Caso Stefano Cucchi va in Cassazione per i ricordo degli imputati. Ilaria Cucchi: “fiducia nella legge non venga delusa”
Udienza in Cassazione per il caso di omicidio di Stefano Cucchi, morto dopo le percosse dei militari a seguito dell’arresto per illecita detenzione e cessione di sostanze stupefacenti. Per l’omicidio di Cucchi sono stati condannati in Appello a 13 anni per omicidio preterintenzionale i due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, a 4 anni per falso il carabiniere Roberto Mandolini.
Oggi, lunedì 4 aprile, si discute in Cassazione i ricorsi presentati contro la sentenza del 7 maggio 2021 scorso. Secondo Ilaria Cucchi, sorella della vittima, “questa vicenda ha restituito speranza e fiducia a tante persone”. E aggiunge: “Speriamo che questa fiducia non venga delusa”.
L’avvocato della famiglia Cucchi, Fabio Anselmo, entrando in Cassazione, ha dichiarato alla stampa che lo attendeva: “E’ un momento di grande tensione che arriva dopo 150 udienze e 14 gradi di giudizio, 15 con oggi. Speriamo che venga messa fine a una verità giudiziaria che ormai tutti sappiamo ed è ora che venga affermata in modo definitivo”.
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RaiNews riporta il parere del sostituto pg di Cassazione, secondo cui: ”è evidente che i due carabinieri abbiano voluto infliggere una severa punizione corporale a Cucchi per il solo fatto di aver mancato loro di rispetto, reiterando colpi al medesimo anche quando era rovinato a terra e nonostante si trattasse di persona che, come rappresentato in sentenza, risultava di impressionante magrezza e debilitato (tanto da avere le difese tentato di agganciare a tali condizioni alternativi decorsi causali della morte, seppur con censure infondate in punto di diritto non potendosi riconoscere a tali condizioni l’elisione giuridica del nesso causale tra lesioni e morte)”.
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Inoltre, aggiunge che: “La reazione dei due imputati deve dunque ritenersi del tutto abnorme e manifestamente sproporzionata visto che hanno rotto addirittura una vertebra sacrale al medesimo e lo hanno colpito al volto con tale violenza da ridurlo a una maschera, che ha impressionato vivamente tutti coloro che sono entrati in contatto con lui dopo il pestaggio: tutto ciò solo per punirlo del suo atteggiamento strafottente”.
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