Carlo Verdone: “nel mio nuovo libro ho raccontato di me”

Carlo Verdone

Carlo Verdone esce in libreria con un nuovo libro targato Bompiani, in cui la memoria è la protagonista assoluta

Carlo Verdone torna alla scrittura dopo il successo di La casa sopra i portici. È appena uscito per Bompiani il suo secondo romanzo, intitolato La carezza della memoria, in cui fotografie nascoste dentro cassetti, infilate nelle pagine di vecchi libri, ammucchiate alla rinfusa in uno scatolone sono i capitoli della memoria. Come una scatola da aprire, guardare, ricordare, raccontare: è il disordine delle immagini dal passato ad accendere la narrazione di Carlo Verdone.

Ogni racconto è un momento di vita vissuta rivisitato dopo tanto tempo: dal legame col padre ai momenti preziosi condivisi con i figli Giulia e Paolo, dai primi viaggi alla scoperta del mondo alle trasferte di lavoro, dalle amicizie romane a un delicato amore di gioventù. Ovunque, sempre, il gusto per l’osservazione della commedia umana, l’attenzione agli altri – come sono, come parlano, come si muovono – che nutre la creazione dei personaggi cinematografici, e uno sguardo acuto, partecipe, a tratti impietoso a tratti melanconico su Roma, sulla sua gente, sul mondo.

Leggendo queste pagine, si può assaporare la cifra stilistica di Verdone: si ride, si sorride, ci si commuove, si riflette; si torna indietro nel tempo, si viaggia su treni lentissimi con compagni di viaggio sorprendenti, si incontrano celebrità e persone comuni, ugualmente illuminate dallo sguardo dell’artista e dell’uomo.

Carlo Verdone in un lungo post su Instagram non ha nascosto la sua emozione e così si è rivolto ai suoi fan: “Tutto ha preso l’avvio da un grosso scatolone sigillato dal mio compianto segretario Ivo Di Persio nel 2013, sul quale aveva scritto ” foto, lettere e documenti da riordinare”. Nella solitudine di una giornata di clausura per la pandemia ho deciso di aprire quel grosso cartone. Ricordo la pesantezza e la difficoltà che avevo nel muovermi a causa delle mie anche senza cartilagini, tant’ è che prima di appoggiarlo mi sono bloccato per il dolore e lo scatolone è caduto rompendosi”.

Continua il post: ” Davanti a me foto vecchie, recenti, a colori, in bianco e nero, polaroid, lettere, piccoli oggetti, disegni, agende. Seduto su una sedia osservavo tutta quella roba sparpagliata in terra. Ma ogni oggetto, ogni foto, ogni elemento aveva una storia da raccontare, un momento della mia vita che avevo in parte rimosso. E così proprio quel giorno decisi che il libro sarebbe stato il ritornare nel ricordo di quello che vedevo sparso in terra”.

“Pensavo – scrive ancora Verdone – di aver già raccontato molto nei due libri precedenti, ma c’era ancora qualcosa da offrire ai lettori. E così il giorno stesso ho iniziato a scrivere il primo capitolo. Avevo trovato la spinta per iniziare a ripercorrere tempi lontani, momenti attuali, storie sentimentali, episodi esilaranti, incontri dolenti, vicende piene di stupore e poesia che meritavano di esser fermati prima che l’oblio li cancellasse dalla mia mente”.

E chiudendo quella che possiamo dire essere la sua prima presentazione, ha scritto: “Mi sono emozionato a scriverlo perché entravo nel labirinto della memoria. Spero che qualche pagina possa farvi compagnia come una carezza. Ho raccontato di me. Ma qualche emozione forse riguarderà anche voi, ne sono certo”.

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