Carlo Calenda ospite del Pulp Podcast: “Renzi? Nessun rapporto”

Carlo Calenda ospite del Pulp Podcast: "Renzi? Nessun rapporto"

La nuova puntata

Disponibile da oggi alle 14 la nuova puntata di Pulp Podcast, con ospiti Carlo Calenda, segretario e fondatore di Azione, e Domenico Delli, alias Dellimellow, noto YouTuber e stratega della comunicazione politica con otto anni di esperienza. Un dialogo condotto da Fedez e Mr. Marra, ricco di spunti, riflessioni e momenti inaspettati. Tra i temi affrontati: la riforma della sanità, il ruolo di grandi aziende come Stellantis, la politica italiana (con riferimenti a Renzi, Salvini, Meloni e Vannacci), il nucleare, la tassazione e il futuro della democrazia.

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Calenda: tra autocritica e riflessioni sulla politica italiana
L’episodio si apre con Calenda che, senza filtri, espone le sue idee politiche e il suo carattere diretto: “Sono uno incazzoso, come te”, dice a Fedez. Parlando del suo rapporto con Renzi, confessa: “Non ho rapporti, ci salutiamo e basta. Ho sbagliato a cercare un’alleanza con lui”, ammettendo che il suo errore fu evidente sin dal primo giorno in Senato, quando Renzi votò La Russa. “Gli dovevo menà”, aggiunge scherzosamente.

Riflettendo sulle tempistiche in politica, Calenda ironizza: “Quando penso che Salvini ha il doppio dei miei voti, mi viene voglia di tagliarmi la gola invece di farmi la barba”.

Il caso Stellantis e la crisi dell’industria italiana
Calenda elogia il lavoro di Marchionne, ex AD di Fiat, definendolo una figura chiave nel rilancio dell’azienda, ma critica aspramente le scelte del successore Elkann, inclusa la vendita di Magneti Marelli. Riferendosi alle promesse irrealistiche di Urso, Ministro per le Imprese, esclama: “Dice che produrranno un milione di veicoli! Ma che cazzo dici, stanno a 350.000!”.

Dellimellow introduce il tema dei lavoratori, e Calenda denuncia la chiusura improvvisa di fabbriche: “Non è accettabile che operai di 55 anni si trovino senza lavoro in 45 giorni, solo perché l’azienda si sposta in Slovacchia”. Fedez aggiunge: “Abbiamo sostenuto Fiat con soldi pubblici, eppure continuiamo a rispettare la famiglia Elkann come un’aristocrazia, nonostante le manipolazioni mediatiche che hanno portato avanti per anni”.

Politica, media e disuguaglianze
Il dibattito tocca anche la faziosità dei media. Calenda accusa la sinistra di ipocrisia: “Hanno fatto milioni di articoli sul conflitto d’interessi di Berlusconi, ma mai sui propri. Pretendono una superiorità morale che non hanno”.

Trump, capitalismo e democrazia
Sul fronte internazionale, Calenda critica il ritorno di Trump, definendo la sua amministrazione un’oligarchia dominata dai miliardari: “Un capitalismo che sfida la democrazia, imponendo la sua influenza sull’Europa, trattata come un feudo”. Parla del rischio di un futuro drammatico, con conflitti tra Russia, Cina e Stati Uniti, e riflette sul ruolo di figure come Elon Musk nell’amministrazione americana, descrivendolo come “un presidente ombra”.

La situazione italiana e il futuro delle proteste
Marra domanda come la politica stia rappresentando gli ultimi. Calenda risponde lapidario: “Non ci riescono”. Fedez, provocatorio, chiede se l’Italia rischia un ritorno alla lotta armata. Calenda esclude questa possibilità, ma prevede un aumento delle proteste di piazza e una lenta deriva verso l’autocrazia.

Infine, il tema fiscale: Calenda boccia la Flat Tax, definendola “una cazzata”, e denuncia l’iniquità del sistema: “Oggi i ricchi pagano il 5-10% di tasse, mentre gli operai il 35%. Come cazzo possiamo andare avanti così?”.

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