Caos Ritmica, le confessioni di Sara Branciamore e Victoria Polidori

Non si sgonfia il caso

Il caso della Ginnastica Ritmica continua a tenere banco. Sempre a Repubblica sono arrivate le confessioni di altre ginnaste Sara Branciamore, Victoria Polidori e Vittoria Ferri.

Sale così a sei il numero di testimonianze di ex azzurre che hanno rilasciato confessioni da brividi.

Il topic sempre lo stesso: violenze psicologiche relative al peso che hanno portato molte atlete a soffrire di gravi disturbi alimentari.

Sara Branciamore ha spiegato: “Avevo paura della mia insegnante e nonostante ciò per un periodo ho vissuto a casa sua. Il cibo che mangiavo lo razionava lei: una volta mise il lucchetto alle mensole. Ovviamente io mangiavo di nascosto, altrimenti non avrei mai potuto sostenere 10 ore di allenamento quotidiane. Venivo pesata tre volte al giorno, ma prima andavo in bagno a vomitare.

Una volta ho messo i piedi fuori dalla bilancia per pesare meno, sono cascata e sono stata insultata. Avevo paura che mi potesse mettere le mani addosso, voleva addirittura levare la tutela ai miei genitori. Per tutto il periodo del campionato di A non mi hanno fatto vedere mamma e papà, che tra l’altro si stavano separando. Sono alta 165 cm ed ero arrivata a pesare 36 chili: per un anno non ho avuto le mestruazioni e ancora oggi sono irregolari”.

L’atleta 22enne Sara Branciamore nel 2013 è stata anche campionessa individuale. Le fa eco Victoria Polidori.

Mi sono ammalata di anoressia nervosa, sono stata diverse volte ricoverata in ospedale. Già a 10 anni venivo pesata. Chi prendeva due o tre etti doveva correre intorno alla pedana con i pesi alle caviglie. Una società per cui ho gareggiato mi faceva contare le penne al pomodoro che mangiavo. Alcune frasi le ricordo bene: “Hai un sedere grande come un baule” o “quest’anno non gareggi se non dimagrisci”.

E poi la Ferri: “Soffrivo di deficit dell’attenzione e problemi di apprendimento certificati.

Stavo seguendo un percorso con un neuropsichiatra. L’allenatrice mi prendeva in giro: “Non è vero che hai problemi, non vuoi ricordare gli esercizi”. Oppure: “Oggi non vai da una psicologa?”.

A loro si sono unite le testimonianze di altre tre ginnaste che non hanno voluto rivelare l’identità.

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