Calcio, Dybala interrogato: ora il calciatore rischia molto
È stato sentito dalla Guardia d Finanza
Paulo Dybala attuale calciatore della Roma per anni ha vestito la casacca bianconera. L’argentino è stato così interrogato, nuovamente, dalla Guardia di Finanza per l’inchiesta Prisma sulle plusvalenze.
Dybala era già stato sentito dagli inquirenti sulla proposta del club, durante il covid, di rinunciare alle mensilità.
«All’inizio la proposta era di rinunciare a quattro mesi di stipendio ma noi non eravamo d’accordo».
Poi: «Era uscito un comunicato stampa (della Juve, ndr) e tanta gente pensava che noi avessimo rinunciato a quattro mesi di stipendio. Ma non che avevamo già l’accordo sulle tre mensilità, che erano certe».
Chiellini, nell’ormai celebre chat di squadra, trapelata in questi mesi, spiegava, come capitano, che in realtà avrebbero rinunciato a una sola mensilità.
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Oggi, 22 febbraio, su Repubblica, nuovi dettagli. Dybala è stato sentito per un’ora e mezza sulla questione dei 3 milioni di euro che gli sarebbero spettati.
Dybala, ha infatti inoltrato una richiesta di risarcimento alla Juventus di maggio scorso, nata perché non gli era stata rinnovato il contratto.
Il club ha offerto, come risarcimento, 3 milioni inseriti nel bilancio come fondo rischi. La cifra l’avrebbe dovuta ricevere dopo la manovra stipendi.
Le due parti si erano infatti accordate a distribuire i compensi dell 2021 sulla stagione successiva. Accordo che faceva parte della manovra stipendi bis.
Il compenso sarebbe dovuto essere divisa in due parti. La prima gli sarebbe dovuta arrivare al rinnovo, che poi non c’è stato e la seconda, con gli stipendi di gennaio e febbraio 2023.
Intanto, stando alle indagini, si pensa a una situazione simile a quella di CR7. A Ronaldo era stata presentata una carta che assicurava un pagamento anche nel caso in cui fosse stato ceduto.
In ogni caso la questione non è destinata a spegnersi. I calciatori, secondo l’articolo 31 del Codice di Giustizia Sportiva non possono stipulare accordi che riguardino incassi che vadano a violare leggi federali.
In questo caso si rischia una squalifica per un periodo non inferiore a un mese.
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