Brittney Griner condannata a 9 anni in Russia: cosa succede ora alla cestista

La cestista è stata ufficialmente condannata

La vita di Brittney Griner è cambiata da un momento all’altro. A settembre, prima dello scoppio della guerra, venne fermata in aeroporto e arrestata a causa di un vaporizzatore all’olio di cannabis.

Il suo arresto risale al 17 febbraio: la Griner stava tornando negli USA dopo aver giocato nella pausa della WNBA con l’Ummc di Ekaterinburg.

Da mesi va avanti il suo incubo, la sua lotta alla libertà. Nella serata di ieri, 4 agosto,  è stata condannata a 9 anni.

È molto turbata, molto stressata. Riesce a malapena a parlare. È un momento difficile per lei”, ha detto la sua legale Maria Blagovolina spiegando  che ricorrerà in appello.

Nonuna giocatrice qualunque, pioniera della difese per i diritti afro e delle comunità LGBT ma soprattutto esempio in campo.

Prima scelta nel draft nel 2013, due volte campionessa olimpica e mondiale e otto volte all star con la squadra di WNBA delle Phoenix Mercury.

Ieri ha lanciato un ultimo disperato appello che non è stato accolto: “Mi chiamano pedina politica, ma io spero che la politica resti fuori da quest’aula. Spero che il vostro governo non metta fine alla mia vita”.

Invece per lei massimo della pena e una multa da circa 16mila euro. Una condanna che paradossalmente dovrebbe favorire lo scambio di prigionieri a cui sta lavorando il segretario di Stato americano Antony Blinken.

Leggi anche: Brittney Griner: proposto scambio tra prigionieri tra USA e Russia

Blinken spera di riuscire a discuterne con il ministro degli Esteri russo Serghej Lavrov dopo il vertice Asean in Cambogia contestando l’uso di “detenzioni illegali” e di “individui come pedine politiche”.

Lavrov ha detto: “Siamo pronti a discutere la questione, ma solo nell’ambito del canale (di comunicazione) concordato dai presidenti (Vladimir) Putin e (Joe) Biden”.

Pedina di scambio sarebbe il trafficante d’armi Viktor Bout che sta scontando 25 anni nello dell’Illinois. Nella trattativa si vorrebbe inserire un secondo statunitense prigioniero in Russia, ovvero Paul Whelan, condannato a 16 anni per spionaggio.

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