“Bella Ciao”: dal testo alla storia dell’inno del movimento partigiano
Dal testo alla storia: “Bella Ciao”, inno del movimento partigiano, un brano nato in Italia e che si è diffuso in tutto il mondo
“Bella Ciao” storia del brano: è un canto popolare italiano conosciuto in tutto il mondo, che si è diffuso nel secondo dopoguerra. Ripreso dalla musica folk alle serie tv, e dai tanti movimenti di protesta da più parti del mondo. L’autore è sconosciuto. Il brano, inno del movimento partigiano italiano, è diventato celebre e scelto come canto ufficiale dopo la Resistenza. Rappresenta un canto per eccellenza sinonimo di ribellione contro il nazi-fascismo.
“Bella Ciao” storia del brano: cantata al Festival mondiale della gioventù democratica
“Bella Ciao” all’inizio era poco nota e veniva cantata solo in alcuni reparti combattenti di Reggio Emilia e del Modenese, nella Brigata Maiella e in altri gruppi partigiani delle Langhe, prima di essere riconosciuta come la canzone simbolo della Resistenza. Poi, dopo la Liberazione, venne presentata al primo Festival mondiale della gioventù democratica tenutosi a Praga nell’estate del 1947.
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Al Festival presero parte i giovani partigiani emiliani partecipando alla rassegna canora “Canzoni Mondiali per la Gioventù e per la Pace”: è qui che avvenne il debutto di “Bella Ciao”, che fu tradotta e diffusa in tutto il mondo dalle delegazioni che parteciparono all’evento.
Le prime incisioni del brano
Le prime incisioni di “Bella Ciao” si devono a Sandra Mantovani e Fausto Amodei in Italia, e anche al cantautore francese di origine toscana Yves Montand. In televisione fu cantata per la prima volta nella trasmissione Canzoniere minimo: era il 1963 e fu eseguita da Giorgio Gaber, Maria Monti e Margot che la interpretarono senza l’ultima strofa: “Questo è il fiore del partigiano morto per la libertà”. Due anni dopo, fu successivamente pubblicata in 45 giri da Gaber nel 1965.
“Bella Ciao”: dalle piazze alla serie tv
Dalle piazze, la canzone è stata cantata in Italia dal movimento delle Sardine, diventando il suo inno, alle serie tv: il canto è stato intonato anche dai protagonisti de “La casa di carta“, la serie Netflix.
Bella Ciao, il testo
Una mattina mi son svegliato
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
Una mattina mi son svegliato
E ho trovato l’invasor
O partigiano portami via
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
O partigiano portami via
Che mi sento di morir
Una mattina mi son svegliato
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
Una mattina mi son svegliato
E ho trovato l’invasor
O partigiano portami via
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
O partigiano portami via
Che mi sento di morir
E se io muoio da partigiano
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
E se io muoio da partigiano
Tu mi devi seppellir
Seppellire lassù in montagna
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
Seppellire lassù in montagna
Sotto l’ombra di un bel fior
Tutte le genti che passeranno
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
Tutte le genti che passeranno
E mi diranno che bel fior
E questo è il fiore del partigiano
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
E questo è il fiore del partigiano
Morto per la libertà
Tutte le genti che passeranno
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
Tutte le genti che passeranno
E mi diranno che bel fior
E questo è il fiore del partigiano
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
E questo è il fiore del partigiano
Morto per la libertà
E questo è il fiore del partigiano
Morto per la libertà
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