Assoluzioni tragedia di Rigopiano. La rabbia dei parenti: “Nessuna fiducia nella giustizia”
Assoluzioni tragedia di Rigopiano. La rabbia dei parenti: “Nessuna fiducia nella giustizia”. Cinque i condannati e 25 gli assolti
Dopo le sentenze di assoluzione per la tragedia di Rigopiano, i familiari delle vittime hanno manifestato tutta la loro rabbia contro una sentenza che non dà a loro giustizia.
Sono, infatti, solo cinque le condanne, di cui tre per responsabilità legate alla sicurezza stradale e all’agibilità del resort, mentre 25 sono le assoluzioni per la tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola, travolto e distrutto, il 18 gennaio del 2017, da una valanga, in cui morirono 29 persone fra ospiti e dipendenti. Tra i condannati c’è il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, condannato a 2 anni e 4 mesi.
Alla lettura della sentenza Giampaolo Matrone estratto vivo dalle macerie, ma rimasto invalido, mentre la moglie, si è rivolto al giudice con un applauso di protesta “per questa giustizia”.
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Poi ha dichiarato: “Avrà i rimorsi. Io sono finito dopo Rigopiano Volevo ricominciare a vivere da domani, ma così non rivivo. Continuo a sopravvivere per me e mia figlia. Avevo detto che portavo giustizia a casa. Dopo sei anni e non ci sono riuscito. Ci riuscirò dopo dieci ma lo farò per me e per tutti quanti loro. Lo avevo detto e lo farò”.
#Rigopiano, tutti assolti tranne il sindaco. I parenti delle #vittime: “Vergogna” pic.twitter.com/wURtjt4Kqf
— AGTW (@AGTW_it) February 23, 2023
Marco Foresta che a Rigopiano ha perso i genitori tra le lacrime dice: “li hanno uccisi due volte. Come è possibile una cosa del genere? Non mi spiego come sia possibile. Non c’è più fiducia. Che fiducia deve esserci. Come facciamo dopo sei anni ad averne e dopo una sentenza del genere?”. La nonna del giovane, che nella tragedia ha perso la figlia Bianca, parla al telefono con il figlio e dice ad alta voce: “vergognatevi. In Italia succede questo. Figlio mio tu hai perso una sorella io ho perso una figlia d’oro. Un genero che amavo più di un figlio. Dove andiamo a cercare Bianca? Dove andiamo a chiamare Tobia? Li possiamo solo piangere dietro una pietra di marmo. Io mi vergogno. Io mi vergogno di essere italiana”.
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