Alberto Stasi esce dal carcere tutti i giorni. Le parole della madre di Chiara Poggi
Alberto Stasi, condannato per l’assassinio della fidanzata Chiara Poggi, esce dal carcere tutti i giorni, ecco perché
Alberto Stasi, che dal dicembre 2015 è in carcere a Bollate per scontare la condanna a 16 anni per l’assassinio della fidanzata Chiara Poggi, da quattro mesi esce tutti i giorni dal carcere.
Il motivo è legato ad una attività lavorativa. Stasi, infatti, dallo scorso 24 gennaio, è stato ammesso dal collegio del Tribunale di Sorveglianza di Milano al «lavoro esterno». Si occupa di amministrazione contabile. Specifica il Corriere della Sera che “il «lavoro esterno» non è una misura alternativa alla detenzione, ma un beneficio che ogni detenuto può vedersi concedere dal direttore del carcere (in un «programma di trattamento» elaborato dall’area educativa e approvato dal magistrato di Sorveglianza) se ha scontato almeno un terzo della pena, se la sua condotta in carcere è positiva, se l’osservazione della sua personalità è confortante”.
Da quattro mesi Alberto Stasi ha il permesso di lasciare il carcere di Bollate (Milano) per andare a lavorare. Il 39enne sta attualmente scontando una condanna a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco (Pavia),https://t.co/Fd4qp0ajLl pic.twitter.com/n5Ju5jWwQZ
— La Citta News (@lacittanews) May 26, 2023
Nel 2015 la condanna definitiva di Stasi, attraverso la riduzione di un terzo obbligata dal rito abbreviato, lo condanna a 16 anni e ad un risarcimento di 1 milione di danni e 150 mila euro di spese legali. Ma, riporta il Corriere della Sera, Stasi, nel 2018, ha dato corso in sede civile ad una transazione con la famiglia Poggi che lo impegna a risarcire 700.000 euro. Una metà sarebbero stati liquidati, l’altra parte “promessi con detrazioni mensili sugli stipendi del lavoro prima in carcere e poi fuori”.
“Sapere che chi ha ucciso nostra figlia dopo sette anni già esce dal carcere, pur senza aver mai ammesso la sua responsabilità, spiace. Non sono notizie belle. Ma la legge è così e non possiamo farci niente. Del resto ci aspettavamo che un momento o l’altro avrebbe ottenuto questo beneficio”, ha detto Rita Preda, la mamma della vittima, Chiara Poggi, commentando la notizia appresa dalla stampa: “Non ne eravamo informati non ci ha fatto piacere apprendere la notizia in questo modo. Avremmo voluto saperlo non dal giornale”.
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