Alberto Angela risponde a Francesca Michielin: l’accaduto

Alberto Angela

Il botta e risposta

Qualche giorno fa, Francesca Michielin aveva raccontato di essere stato bloccata su whatsapp da Alberto Angela dopo che quest’ultima gli avrebbe mandato un messaggio con un possibile doppio senso.

Oggi, dalle pagine di La Stampa è arrivata la replica.

«È una gigantesca fake news. Perché mai avrei dovuto? La ammiro, è bravissima. Non c’è bisogno che lei si scusi perché non ha fatto nulla di sbagliato».

Lo scienziato e divulgatore, intanto, non ha ancora rinnovato l’accordo con la Rai. «Non ancora. Sono un volto nato in Rai, proprio come mio padre, e continuo a considerare il servizio pubblico il posto ideale per fare divulgazione. Spero che si vada avanti e che si riesca a trovare un accordo»

Angela spiega anche come sia nato Ulisse:  «Per me fare divulgazione in tv vuol dire guardare il mondo che mi circonda, capire in che direzione sta andando e intercettare i problemi appena emergono. Per questo spingo così tanto a sperimentare: in una tv dove tutti si siedono su formule rodate, noi abbiamo il coraggio delle idee perché vogliamo tenere il passo con il mondo, restituire lo spirito del tempo. Siamo stati per esempio i primi a parlare di emergenza climatica su Rai1».

Il programma è nato dalla semplice ma complessa domanda «perchè?» e dice: «la bellezza dei programmi di divulgazione è che a differenza dei varietà vantano una seconda vita anche fuori dalla tv: molte nostre puntate vengono viste a scuola generando una sorta di biblioteca della conoscenza che va dal mondo dei greci all’esplorazione spaziale».

Sulle guerre Angela aggiunge che «i latini dicevano: si vis pacem, para bellum. Purtroppo le dinamiche si ripetono. Per questo nello speciale su Hiroshima abbiamo voluto dare la parola ai superstiti per ricordare che 80 anni di pace sono un’eccezionalità che va difesa. Abbiamo voluto spiegare la guerra e la pace puntando sui valori più che sugli orrori, anche se non sono mancate scene forti come l’immagine di quel ragazzo che portava sulle spalle, dentro lo zaino, un bambino addormentato. In realtà era suo fratello, di otto anni, morto: era in fila per la cremazione».

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