Maria Falcone è intervenuta a Domenica In nel giorno dell’anniversario della Strage di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone e la sua scorta
Questo pomeriggio a Domenica In, Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone, è intervenuta in collegamento da Palermo, dove è in corso la giornata di commemorazione in occasione del 29mo anniversario della Strage di Capaci.
In apertura di collegamento, Maria Falcone ha esordito con parole di elogio per Pierfrancesco Favino e per la sua interpretazione, definita “perfetta” e puntuale di Tommaso Buscetta, l’uomo e il mafioso, che collaborò con la giustizia perché tradito dalla sua stessa organizzazione.
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“Vorrei fare i complimenti a Pierfrancesco Favino per come ha interpretato Buscetta nel film Rai”, ha detto Maria Falcone. Con la sua interpretazione, ha aggiunto Falcone, “ha raccontato un personaggio particolare che ha scelto di collaborare per essersi sentito tradito dalla sua stessa organizzazione”.
Poi la sorella di Giovanni Falcone ha parlato del ricordo di quel giorno, che in lei è ancora fortemente impresso nella memoria: “per me non è passato un giorno, è come se la mia vita si fosse fermata quel giorno” e ha aggiunto: “Io credo che questi anni passati siano stati, però, importanti per la nostra società italiana, perché si è tanto risvegliata e ha capito, proprio all’indomani della morte di Giovanni, quanto era stato importante il loro lavoro (di Falcone e Borsellino ndr) e come lo sarà sempre, perché loro per la prima volta erano riusciti ad avere una conoscenza della mafia e anche di come combatterla”.
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Sul ruolo delle scuole e di come oggi siano impegnante nella legalità, Maria falcone ha detto: “Giovanni era un pragmatico, si poneva sempre il problema di riuscire al meglio, aveva organizzato il lavoro anche a livello internazionale e questo a poco a poco, ripetendolo ogni giorno, siamo riusciti a portarlo nelle scuole e a far nascere una società attenta a questi problemi. E questa è una di quelle cose di cui Giovanni oggi sarebbe contentissimo, perché diceva sempre che per sconfiggere la mafia bisogna cambiare la società”.
Poi è seguito il ricordo del nipote, a cui Giovanni era molto legato, ma anche quello di Mara Venier che lo ricorda, al di là del suo essere riservato, una persona sorridente e gioiosa. Sull’essere sorridente di Giovanni Falcone è intervenuta anche la sorella Maria, che ne ha spiegato il motivo: “Era sempre sorridente perché cercava di sminuire tutta la sua preoccupazione, i suoi pensieri e per non mostrare agli altri quelli che erano i momenti difficili della sua esistenza. Lui ha cercato sempre di non farci preoccupare”.
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