Il documentario è stato prodotto dal New York Times con Hulu
Il documentario su Britney Spears, “Framing” realizzato dal New York Times con Hulu ha fatto discutere specialmente all’estero.
La cantante da anni vive infatti condizionata dalle scelte del padre che gestisce il suo patrimonio e ha potere decisionale su tutto.
Una condizione che ha portato anche al celebre movimento #freeBritney: con i fan che da anni chiedono liberà per l’artista nata con Disney Channel.
L’artista, nelle ultime ore, senza mai citare il nome del documentario ha commentato il progetto: “La mia vita è sempre stata oggetto di grandi speculazioni. Sono stata osservata e giudicata per tutta la mia esistenza. Sono stata alla mercé di tutti, attraverso le mie esibizioni. Ci vuole grande forza per fidarsi dell’Universo quando si è così vulnerabili a causa del giudizio, degli insulti, dell’imbarazzo costante cui i media mi hanno sottoposto e ancora mi sottopongono”.
Leggi anche: #FreeBritney: il movimento in aiuto di Britney Spears
E poi: “Non ho visto il documentario, ma per quel che mi è dato sapere mi sono sentita estremamente a disagio per i riflettori sotto i quali mi hanno trascinata. Ho pianto due settimane, e ancora, a volte, mi capita di scoppiare in lacrime”.
L’artista che oggi ha 39 anni ha solo chiesto non solo di essere lasciata in pace ma di poter “ballare”: nel video danza “Crazy” degli Aerosmith.
Leggi anche: Britney Spears: “Finchè ci sarà la tutela di mio padre non canterò più”
“Ballare ogni giorno – ha spiegato – mi dà gioia. Non sono qui per essere perfetta. La perfezione è così noiosa… Sono qui per trasmettere gentilezza”.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.