La battaglia in famiglia

Francesca Michelon, 41 anni, è stata riconosciuta dal tribunale di Roma come figlia legittima di Stefano D’Orazio, storico batterista dei Pooh, un anno dopo la morte del musicista.

La decisione, arrivata grazie a un test del DNA, ha sancito la paternità e annullato il testamento di D’Orazio, stabilendo che l’eredità dovesse essere divisa a metà tra la figlia e la vedova, Tiziana Giardoni, con un risarcimento di 60 mila euro per danni esistenziali a favore di Francesca, ancora non ricevuto.

Ora la vicenda si complica: la vedova ha presentato un ricorso chiedendo che la quota di Francesca venga ridotta a un terzo dell’eredità e avanzando una richiesta di 100 mila euro per presunti danni esistenziali, sostenendo che i rapporti difficili tra padre e figlia fossero causati dal comportamento della Michelon, «affatto interessata a vedersi riconosciuta come figlia e sempre orientata a richieste economiche».

Francesca respinge con forza queste accuse: «Non ho capito quale sia la mia colpa. Ho cercato solo di vedere riconosciuto il mio diritto di figlia. La vicenda giudiziaria dura da undici anni e ogni passo riapre ferite dolorose».

La donna sottolinea che la sua battaglia non è mai stata economica, ma motivata dal bisogno di verità. La causa, iniziata nel 2014, si è trasformata nel corso degli anni in un lungo percorso legale e mediatico, con fraintendimenti e accuse sui social, dove alcuni insinuano che si sia interessata solo all’eredità, tesi che Francesca rigetta fermamente.

La Corte d’Appello di Roma deve ancora decidere sul ricorso della vedova, e solo allora sarà chiaro se la divisione dell’eredità e il risarcimento stabiliti in primo grado resteranno invariati. Intanto, Francesca trova conforto e sostegno morale nel pubblico, che sui social la incoraggia nella sua battaglia, riconoscendo il valore della sua ricerca di verità e giustizia personale.