La possibile svolta
A diciotto anni dal delitto di Garlasco arriva una svolta che potrebbe riscrivere la storia dell’omicidio di Chiara Poggi. La nuova perizia disposta dal Tribunale di Pavia conferma infatti la compatibilità tra il Dna trovato sotto le unghie della vittima e la linea maschile della famiglia di Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara.
La consulente nominata dal giudice, Denise Albani, ha utilizzato tecniche biostatistiche oggi considerate standard a livello internazionale, ma non disponibili all’epoca del processo. Il risultato: il profilo genetico isolato nel 2014, ritenuto in passato troppo degradato, mostra invece 12 marcatori compatibili su 16, un numero sufficiente per una comparazione attendibile. Una conferma che si sovrappone alle conclusioni della Procura e ai rilievi dei consulenti che hanno spinto alla riapertura del caso.
La perizia completa sarà depositata entro il 5 dicembre, mentre il confronto tra esperti è fissato in aula per il 18 dicembre.
Il nuovo elemento si aggiunge alle altre anomalie raccolte dagli inquirenti: l’ormai nota “impronta 33”, le telefonate di Sempio alla famiglia Poggi e le incongruenze nell’alibi. Intanto prosegue anche l’indagine della Procura di Brescia sulla presunta corruzione che avrebbe coinvolto l’ex pm Mario Venditti.
La posizione di Sempio — che continua a dichiararsi estraneo ai fatti — appare ora più delicata, mentre l’inchiesta guidata dal procuratore Fabio Napoleone torna a riaccendere i riflettori su uno dei casi più discussi degli ultimi vent’anni.




