Uscito da pochi giorni dalla Casa più spiata d’Italia, l’ex concorrente si racconta in un’intervista esclusiva, tra legami intensi, scelte difficili e una connessione che (ancora oggi) lo lega a Grazia Kendi

È uscito dalla porta rossa con lo sguardo di chi sa di aver detto tutto, senza filtri. Giulio Carotenuto, il giovane odontoiatra campano che ha conquistato il pubblico del Grande Fratello con la sua pacatezza e il suo modo autentico di stare in scena, si lascia alle spalle le luci del reality per tornare alla vita reale.

Il suo percorso nella Casa è stato breve ma intenso, segnato da relazioni sincere e da un modo diverso di vivere il gioco, lontano dalle strategie e dalle maschere che spesso popolano il mondo dei reality.

Nella nostra intervista esclusiva, Giulio si apre come non aveva mai fatto prima, raccontando emozioni, errori e verità, ma anche quel legame speciale con Grazia Kendi che, a suo dire, “non si è chiuso con la porta rossa”.

Hai dichiarato che tra te e Benedetta Stocchi c’è stata una bella intesa, ma poi hai deciso di mettere un freno perché “non poteva esserci altro che amicizia”. Qual è stato il momento preciso in cui hai capito che non volevi andare oltre?

“Il momento preciso è stato quando ho sentito che stavamo correndo troppo, come se qualcosa ci spingesse a forzare i tempi. All’inizio c’era attrazione, curiosità, una complicità che faceva sorridere entrambi… ma poi, dopo aver condiviso momenti più vicini, anche solo dormire insieme, parlando nel buio, con quella strana pace che c’è solo dentro la Casa, ho capito che non era la direzione giusta. Non sentivo più quel trasporto che giustifica un passo avanti, e non volevo illuderla. Penso che la cosa più onesta che si possa fare con qualcuno è fermarsi prima di ferire. È una decisione che avrei preso anche fuori.”

Durante il tuo percorso hai detto: “Sono l’unico qua dentro che non finge e che non fingerà mai”. Cosa significa per te “essere autentico” in un reality? È stato più facile o più difficile di quanto pensavi?

Essere autentico, in un contesto dove tutti cercano di interpretare qualcosa, è una scelta coraggiosa. Io ho deciso di non indossare maschere, anche se questo mi ha reso più vulnerabile. È stato facile essere vero, ma difficile essere compreso. La verità è che la spontaneità, in un reality, può spaventare: chi non gioca strategicamente finisce per sembrare ‘costruito’ solo perché non segue il copione degli altri. Forse è anche questo che mi ha fatto uscire presto, ma preferisco uscire da me stesso, piuttosto che restare fingendo di essere qualcun altro.”

Si è parlato di una connessione più intima con Grazia Kendi: “una connessione diversa, più profonda, meno evidente”. Come descriveresti oggi quel legame e come è evoluto dopo la Casa? Abbiamo visto che indossi una collana che le appartiene, cosa significa questo gesto per te? E cosa potrebbe significare per lei se lo venisse a sapere?

Con Grazia è stato tutto diverso. Non c’è stato bisogno di dire molto: bastavano gli sguardi, i silenzi, il modo in cui ci cercavamo anche senza accorgercene. Quando lei entrava in una stanza, la percepivo subito. C’era qualcosa di non spiegabile, ma tremendamente reale. Era come se tra di noi esistesse un linguaggio che gli altri non sentivano, fatto di piccoli gesti, di ironia, di intimità trattenuta. Quella collana che porto con me è un simbolo di continuità. Non è un oggetto, ma un ponte. È come se, anche fuori, una parte di lei restasse con me e forse anche lei, se lo sapesse, capirebbe che non è un gesto per nostalgia, ma per rispetto verso ciò che abbiamo sentito. Penso che lei si sia trattenuta per paura di scoprirsi… ma io l’ho capita senza bisogno di parole.”

Qual è la cosa che più ti ha deluso di te stesso nella Casa, in termini di comportamento o atteggiamento, e perché?

“Il momento in cui ho definito Omer Elomari ‘bestia’. Non l’ho detto per ferire, ma per reazione istintiva. Vedere un uomo sbattere un pugno sul tavolo davanti a una donna mi ha riportato a ricordi e ferite che non ho mai del tutto chiuso. Avrei potuto usare altre parole, lo so, ma in quel momento non parlava il concorrente: parlava l’uomo, con tutta la sua impulsività e il suo senso di giustizia. Mi ha deluso non tanto la parola, ma l’aver perso la calma che di solito mi appartiene.”

Ora che sei fuori, come vedi il “prima” e il “dopo” della tua esperienza al GF? Qual è una cosa che porterai con te e una che speri di lasciarti alle spalle?

“Questa esperienza mi ha insegnato a non mostrare tutto subito. Io sono un libro aperto, e nella Casa ho dato tutto in poche ore: emozioni, verità, ironia, perfino fragilità. Ma non tutti sono pronti a leggere fino in fondo. Oggi so che alcune parti di sé vanno svelate con tempo, e che la pazienza è una forma di forza. Lascio indietro l’impulsività, ma porto con me una consapevolezza nuova: quella di essere rimasto integro in un contesto dove è facile smarrirsi.”

Professione e valori: sei odontoiatra e hai fatto missioni umanitarie. Come ha influito questa parte di te nella Casa?

La mia professione mi ha insegnato il valore dell’ascolto e della cura. Le missioni in Africa, l’incontro con chi non ha nulla, mi hanno cambiato lo sguardo. Dentro la Casa, questo si è tradotto nella voglia di creare dialoghi, di costruire ponti, non di distruggerli. Io non amo il rumore del conflitto: amo il suono della comprensione. Anche quando sono rimasto in silenzio, non era indifferenza: era rispetto.”

Per molti il reality è anche “vetrina”. Tu come vivi questa visibilità? Hai progetti o sogni per il futuro dopo questa esperienza?

La mia visibilità è stata limitata, è vero. Sono uscito presto e non ho avuto lo spazio per raccontare fino in fondo chi sono. Ma non ne faccio una sconfitta: semmai una base da cui ripartire. Non mi interessa essere un personaggio: mi interessa che la gente conosca la persona. Se arriveranno altre occasioni televisive o umanitarie, le affronterò con la stessa autenticità. Io non recito, io vivo e questo resta il mio punto di forza.”

Sei pronto ora a frequentare qualcuno al di fuori della Casa? Qual è il profilo ideale per te, alla luce di ciò che hai vissuto?

Oggi non lo so. Perché, anche se sono fuori, una parte di me è rimasta dentro. E quella parte guarda ancora verso Grazia. Ci penso spesso: al suo modo di abbassare lo sguardo, alle volte in cui veniva a cercarmi anche solo per una battuta o per starmi accanto in silenzio. Fuori dalla Casa mi piacerebbe conoscerla davvero, senza filtri né regole. Perché se c’era una verità in tutto quel caos, era quella connessione tra noi.”

Se potessi tornare indietro e cambiare un solo momento della Casa, quale sceglieresti e perché?

Ridere di più. Ridere è l’arma più vera che abbiamo per difendere la nostra essenza. Avrei voluto che le persone da casa vedessero ancora di più quella parte di me ironica, leggera, umana. Perché dietro la mia compostezza c’è un uomo che ama vivere, ridere, emozionarsi. E se tornassi indietro, proverei a far arrivare questo: il Giulio che non calcola, che non recita, ma che sente.”

Nell’epoca dei reality urlati e delle strategie esasperate, Giulio Carotenuto rappresenta un’eccezione rara. Fuori dalla Casa, l’ex inquilino torna al suo lavoro di odontoiatra, ma con un bagaglio emotivo che sa di crescita e consapevolezza. “Non mi interessa essere un personaggio, voglio restare una persona” dice, e forse è proprio questa la frase che meglio riassume il suo percorso.