Le Iene, in esclusiva tutto l’audio shock in cui Asia Vitale racconta la presunta violenza di grupp
AUDIO SHOCK: ASIA VITALE RACCONTA LA PRESUNTA VIOLENZA AL PODCASTER GARGANO
Asia: “Perché sono una mente elevata, io prospetto il futuro molto, quando faccio qualcosa…Se tu sai che sei a Palermo e che la gente si comporta in una certa maniera, non te la vai a cercare. Io non sono così… così stupida”
GARGANO LA PROVOCA, GIOCANDO SULL’IPOTESI ESTREMA:
Gioacchino: “Nel senso che mi faccio la sc**ata e poi denuncio per stupro e così divento ricca e famosa. amo, dai che feci bingo”
Asia: “Se io ti rido dopo quello che dici tu, cioè, una risposta già l’hai avuta”
GARGANO INSISTE, CERCANDO UNA CONFERMA SUL CONSENSO E SUL POSSIBILE “BUSINESS” IMPLICITO:
Gioacchino: “Amò, sincera, eri consenziente ma hai pensato lungo a livello, diciamo, di business relativo al discorso dei guadagni, vero?”
Asia: “Io onestamente vorrei un attimo liberarmi da tutto questo peso”
IL RACCONTO POI PRENDE UNA PIEGA SORPRENDENTE:
ASIA PARLA DEI RAGAZZI, COLPEVOLI DI AVER AMMESSO TUTTO E AVERLA “CONSEGNATA” ALLA SITUAZIONE.
Asia: “Loro sono stati così cretini da ammettere la loro colpevolezza quindi… io a quel punto non ho potuto fare più niente”
Gioacchino: “quindi ti è sfuggita di mano pure a te poi?”
Asia: “no no, sfuggita no, ma è andato tutto perfettamente. hanno fatto tutto loro, capito? cioè è come se mi avessero servito un piatto d’oro, me l’avessero proprio portato nelle mani dicendo: ‘tieni, mangia’”
INFINE:
Asia: “Cioè nessuno si ricorda che io gli ho detto: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, apposto, venite con me”
RIASCOLTANDO L’AUDIO, ASIA CAMBIA TONO:
“Che il consenso inizialmente c’è… solo che poi è finita di merda perché realmente mi hanno fatto quello che mi hanno fatto”
“Ho detto basta, non si sono fermati e si sono messi a ridere dei dolori che avevo”
Quello di Asia Vitale è stato davvero uno stupro di gruppo?
Stasera, in prima serata, su Italia 1, andrà in onda l’audio integrale e inedito registrato dal podcaster palermitano Gioacchino Gargano, in cui la giovane torna a parlare della presunta violenza avvenuta a Palermo nell’estate di alcuni anni fa. Se le parole contenute nella registrazione saranno confermate, il cambio di versione rappresenterebbe un colpo di scena inatteso. Nel servizio di Marco Occhipinti, Asia riascolta l’audio insieme a Roberta Rei e il tono cambia: tra risate, esitazioni e confessioni, affiora una verità ambigua, segnata da autosabotaggio, senso di colpa e rapporti complessi tra vittima e presunti aggressori.
Nei giorni scorsi, la stampa ha rilanciato la notizia con toni clamorosi: l’audio conterrebbe una ricostruzione diversa rispetto alla denuncia originale, nella quale Asia accusava sette ragazzi di violenza sessuale. La giovane ha replicato subito: “È manipolazione. Quella notte ero come uno zombie.” Ma secondo i legali dei condannati – sei dei quali con sentenza definitiva – il nuovo racconto rafforzerebbe l’ipotesi di rapporti consensuali. I sette, in carcere dal 2023, sperano ora che quella registrazione possa riaprire un caso che sembrava definitivo.
Questa la telefonata integrale con Gioacchino:
Gioacchino: Stai parlando con… con tuo fratello.
Asia: Io vorrei parlare… Scusami, tu quando dici che in quello che dico io c’è un filo di verità, io non voglio mettere nei guai te, e soprattutto non me ne frega niente. Io alla fine quello che dovevo fare l’ho fatto: era la puntata con te, poi è sfuggita di mano e ovviamente ho preso un bordello di merda…Niente, che la gente non ne sa un ca**o, questa è la verità.
Gioacchino: E dico, vi, io mi sbaglio di tanto?
Asia: La complessità della mia mente diciamo ti ci avvicini, ma non arrivi a quanto posso essere sadica io, capito? Allora, la verità è che io ho sempre pensato a una cosa nella mia vita. Secondo te a che cosa?
Gioacchino: A fare soldi.
Asia: Eh.
Gioacchino: Ma questa cosa l’hai pensata pure mentre facevi questa situazione?
Asia: Non si sa…
Gioacchino: Eh? Amo, solo questo io voglio… Tu mi dai l’ok, ma ti giuro… Tu eri consenziente a questa cosa, sincera? Anche durante quando si è preparato l’atto, perché amo, tu non sei scema. Io non ci credo che tu ti fai mettere i piedi in testa da questi… Secondo me li hai denunciati perché… magari ci sei rimasta male per qualcosa.
Asia: No, no, non è questo il perché.
Gioacchino: E perché?
Asia: Perché sono una mente elevata, io prospetto il futuro molto, quando faccio qualcosa.
Gioacchino: Ok, e quindi non l’ho capito.
Asia: Niente.
Gioacchino: Vabbè, non puoi parlare, l’ho capito. Non insisto.
Asia: Ma non è che non posso parlare, amo. Solo che io sto cercando di parlarti a modo mio. Non è che ora ti dico tutto, perché sono cazzi miei e non voglio avere problemi. E mi viene di parlare con te, perché io vedo che tu sei pure intelligente, capito? Rispetto a tutte le altre persone.
Gioacchino: Questo ti ringrazio… Ed è questo per cui rido, per cui sfotto… Non è perché dico ‘io ti do torto’…Amo, ma lo so, ma lo so. Comunque, sappi che questa cosa non la sa neanche la pulce di…E come mai ti sei aperta con me, amo?
Asia: Perché… i comunisti che l’offendono quello quell’altro. Ti volevo fare morire sereno, capito?
Gioacchino: Grazie vita, almeno questo sì. No, amore, lo apprezzo molto quello che stai dicendo. Perché comunque nessuno vicino a me ha mai messo in dubbio… Tranne te, capito? Quindi…
Asia: Devi capirle certe cose da solo…
Gioacchino: Amo, io penso questo: che per quanto riguarda il consenso, in realtà c’è sempre stato. C’è stata qualcosa oltre al sesso, perché amo, per come sei fatta tu, io dopo che ho fatto la puntata con te, a me il mondo mi ha scritto. Quindi ognuno che diceva ‘questa faceva questo a Ballarò’, o questo, capisci?
Asia: Sì, sì, ho capito.
Gioacchino: Cioè, dobbiamo essere obiettivi, io per quello faccio quelle ipotesi.
Asia: Se tu sai che sei a Palermo e che la gente si comporta in una certa maniera, non te la vai a cercare. Io non sono così… così stupida.
Gioacchino: Ok.
Asia: Allora, la situazione non l’ho creata io, mi ci sono ritrovata. Capisci?
Gioacchino: La situazione di denuncia o la situazione di…
Asia: No, la situazione… dello stupro. Mi ci sono ritrovata, ok?
Asia: Partiamo da questo, perché realmente io non ho organizzato un ca**o.
Gioacchino: Esatto, sì.
Asia: Però a me la testa… la testa mi corre veloce.
Gioacchino: E che cosa hai pensato?
Asia: Questo… questo non si può dire che cosa ho pensato.
Gioacchino: Nel senso che mi faccio la sc**ata e poi denuncio per stupro e così divento ricca e famosa. Amo, dai che feci bingo!
(Asia ride, ndr.)
Gioacchino: Amo, ho fatto bingo, lo so!
Asia: Mi fai morire.
Gioacchino: Amo, dimmi solo se è vero, te lo giuro.
Asia: Mi fai morire…Rimane qua, tra me e te… perché vendevi video, vendevi video. Giusto? Io non do conferme al telefono…Dico, io non penso che c’è bisogno del sì e del no. Se io ti rido dopo quello che dici tu, cioè, una risposta già l’hai avuta.”
Gioacchino: Nel senso che è positiva?
Asia: Potrebbe esserlo.
Gioacchino: Amo, cornuto io se sto registrando. E ti dico pure di più: l’unico motivo per il quale voglio la conferma da te è per morire sereno e dire: ok, ho la conferma…
Asia: Allora puoi morire sereno.
Gioacchino: Ok, lo sai perché, vi? Perché voglio avere la conferma dentro di me che sono veramente più avanti in tutta sta società di frustrati…
Asia: Ma lo sei, no?
Gioacchino: Lo so, però voglio la conferma da te.
Gioacchino: Vi, rimane qua, muore qua, punto.
Asia: Io sostanzialmente vorrei un attimo liberarmi da tutto questo peso.
Gioacchino: E come?
Asia: Peròòò… Eh?
Gioacchino: Come?
Asia: No, parlandone con te, capito?
Gioacchino: Ma di nuovo in un podcast?
Asia: Che ca**o dici, sei fuori di testa? Ma secondo te mi vado a bruciare la vita? Ma sei fuori di testa?
Gioacchino: Ah, tu dici in privato, giusto?
Asia: Sì.
Gioacchino: Giusto?
Asia: Sì, sì.
Gioacchino: Ok.
Asia: È come se tu vedi un motorino che sta passando e in quel secondo dici: ‘vabbè, mi farò del male ma mi faccio investire perché così…’ capito? Quindi realmente comunque ho… cioè in quella situazione, visto che ero un po’ fusa, dico: è normale che mi sono fatta male, che… capito?
Gioacchino: Amo, e quindi diciamo che poi tirando le somme eri consenziente a sto stupro. Amo, credimi, è solo una mia conferma, anche se già a sto punto… Però dico, è proprio per morire felice io.
Asia: Amore, ti giuro: appena tu crei problemi nella mia vita… io ti vengo a cercare.
Gioacchino: Amore, ma mi puoi venire ad ammazzare, credimi.
Asia: I turchi, sè?
Gioacchino: Tranquilla.
Asia: Chi me lo dice a me che non li conosci?
Gioacchino: Informati.
Asia: Ma poi a me mi fa ridere perché, amo, cioè, dico, io tutte queste cose non le sapevo, perché loro si erano già organizzati che loro… perciò proprio…
(Asia ride, ndr)
Asia: Incredibile, oh. Hanno nascosto il telefono, hanno nascosto… dando la loro colpevolezza proprio, perché proprio tutte cose a fagiolo, per quanto erano ritardati…Ho detto: min***a, cioè, perché comunque secondo te io non ho avuto un minimo di tensione in tutto questo? Perché dico, cioè, poi è finito da un telegiornale realmente e tutto il resto, capì? Cioè io non ci mettevo niente a essere inculata per qualsiasi cosa… Loro sono stati così cretini da ammettere la loro colpevolezza, quindi…Io a quel punto non ho potuto fare più niente. Anzi, addirittura mi ricordo che prima ancora che uscisse la notizia, io ero andata dai carabinieri per ritirare la denuncia, ma mi hanno detto che non era ritirabile, perché al di là che io la ritiravo continuava d’ufficio, perché di qua, di là.”
Gioacchino: Vabbè…
Asia: E poi non sapevo dire, cioè onestamente.
Gioacchino: Min***a, quindi ti è sfuggita di mano pure a te poi?
Asia: No no, sfuggita no, ma è andato tutto perfettamente, questo è il discorso. Nelle chat si è scoperto che già era organizzata la cosa e tutte queste cose non è che le sapevo, ma sono loro che erano così mongoloidi, capito?
Gioacchino: Capito. Comunque, non mi sorprende quello che mi stai dicendo, cioè io in qualche modo l’ho sempre saputo e capito.
Asia: Eh lo so… che tu…
Asia: Adesso puoi andare a dormire sereno stanotte.
Gioacchino: Amo, sereno io l’ho sempre saputo. È ovvio che avere la conferma dalla protagonista della storia è sempre, insomma, una cosa a posto. Io so la verità, ma ci sono arrivato da solo, e tutto il mondo è contro di me. E poi io mi sto zitto, amore, muoio in silenzio e sorrido. Un po’ mi dispiace per questi ragazzi, perché poi a 18 anni magari sono presi dalla situazione, sono focosi… Magari, lo sai, tra di loro si dicono: ‘Ma lei ci sta, lei è così, lei è facile.’ È giusto, dobbiamo essere obiettivi.E quindi diciamo che insomma, in grandi linee…
Asia: Quando ho visto che facevano il video…
Gioacchino: Eh?
Asia: Meglio di meglio per me.
Gioacchino: Certo, perché è una prova.
Asia: Infatti nel video io non sono lucida, cado a terra.
Gioacchino: Ma scusa, ma questi video tu ce li hai?
Asia: No no, ce l’hanno i carabinieri. È come se mi avessero servito un piatto d’oro, me l’avessero proprio portato nelle mani dicendo: ‘Tieni, mangia’.
Gioacchino: Ho capito.
Asia: E sono tipo coglioni loro, perché a parte comunque si erano andati dicendo che ‘min***a, la stuprammo, min***a l’abbiamo ridotta una pezza’, capito? Quindi comunque loro erano consapevoli di star facendo qualcosa di sbagliato. Io la mia la saccio, capito?
Gioacchino: Amo, secondo me anche se tu dovessi raccontare una cosa del genere…
Asia: Ma che ca**o stai dicendo!
Asia: No, sei fuori di testa!
Gioacchino: Secondo me non sei nel torto.
Asia: Verrò presa a pomodori in faccia, amo, dai oh! Ma poi, ma tu stai scherzando? Ma stai scherzando? Io spero che stia scherzando!
Gioacchino: Cioè, tu hai letto la situazione e poi vabbè, sì, in effetti un filo di torto te lo puoi prendere, quindi vabbè, meglio che facciamo finta di niente e basta.
Asia: Ma perché neanche hai capito forse tu, allora?
Gioacchino: Cosa, vi? Cosa intendi?
Asia: Io ti sto dicendo che ho visto che facevano il video.
Gioacchino: Eh.
Asia: Secondo te, tra prima del video e quando hanno fatto il video, le mie condizioni erano le stesse o le ho fatte cambiare?
Gioacchino: Ovviamente le hai fatte cambiare, ma hai dirottato la cosa, amo. Cioè, mi dai conferma che fondamentalmente te la sei giostrata a modo tuo.
Asia: Non mi devi registrare, Gioacchi…
Gioacchino: No, come tu registri col mio telefono.
Asia: Io te lo sto dicendo per liberarmi un po’, perché ogni volta la gente che dice, dice, dice, mi metto a ridere, perché cioè…
Asia: Hanno realizzato pure loro che io ero a pezzi… perché l’hanno detto poi, hanno fatto le chiamate dicendo ‘miii, era a pezzi’… a pezzi la min***a!
(Asia ride, ndr)
Gioacchino: Lo so, amo. Ma tutte queste cose è perché giustamente loro si eccitano, il maschio è così: ‘tu sei meglio di mia’, ‘ti faccio arrivare con l’ambulanza’… tutte queste frasi qua sono frasi di contesto, frasi bruttissime per chi le sente, ma capisci che in ambito sessuale spesso possono pure eccitare, anche alla donna certe volte eccitano, devi essere sincera.
Asia: Poi hanno pure dichiarato che io li ho contati e gli ho detto: ‘Venite con me’.
(Asia ride)
Gioacchino: Hanno dichiarato?
Asia: Che io li ho contati e gli ho detto: ‘Dai, venite con me’.
Gioacchino: Eh, ma dico, diciamo per difendersi. Non è che per difendersi i poveri ragazzi…
Asia: Poi si sono pure scordati di questa frase, capito?
Gioacchino: Si sono?
Asia: Cioè, perché potevano ribadirla più volte, capito?
Gioacchino: Amo, io poi…
Asia: È stata detta mezza volta questa cosa ed è stata scordata.
Gioacchino: Io…
Asia: Cioè, a tutti quelli che chiedi nessuno si ricorda che io gli ho detto ‘uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, apposto, venite con me’, cioè l’hanno detto mezza volta ma non l’hanno ripetuto più volte. La gente non…
Gioacchino: Che è vera sta cosa?
Asia: Ma secondo te?
Gioacchino: Penso di sì… o no?
Asia: Conoscendomi, amo.
Gioacchino: Eh… sì.
Asia: E perciò poi ho scoperto dopo che invece erano organizzati loro.
Gioacchino: Diciamo che ti hanno apparecchiato la tavola quando tu stavi cercando di mangiare, diciamo così, giusto?
Asia: Sì.
Asia: Ora mi arrivano i carabinieri a casa.
(Asia ride, ndr)
Asia: Perderci la faccia mi sa, ecco, onestamente.
Gioacchino: Amo, ma…
Asia: Santuzza sugna, sogna e Santuzza rimango.
Asia: Vabbè, comunque, cioè, al di là di questo, come hai detto adesso, se mi sento in colpa io, nei primi mesi credimi non riuscivo a dormire. Cioè nel senso, poi mi era stato pure detto che Angelo si voleva suicidare in carcere e io sono corsa dai carabinieri, capito? Però non c’era più niente da fare.
Gioacchino: Amo, ma infatti questo è proprio una delle cose più estreme che può succedere a un ragazzino di 18 anni.
Asia: Povera Asia Vitale!
(Asia ride, ndr)
Asia: E poi mi fa ridere, sai cosa? Che Angelo si è scordato tutte le orge che ho fatto con lui!
(Asia ride)
Asia: E non ha detto neanche una parola a riguardo…
Gioacchino: Eh, capisci, capisci? Perché…
Asia: Io ne facevo di orge con Angelo che tu non hai un’idea!
Gioacchino: Capito?
Asia: Ma si sono pure dimenticati delle cose, è questo che fa ridere! Io avevo l’incertezza che se lui iniziava magari a dire che io ci facevamo sempre le orge con lui, capito? ‘Sti coglioni, ripeto, hanno dato tutte le prove possibili e immaginabili, facendomi anche i lividi, facendomi, cioè… capito? Lasciandomi là… Cioè, loro stessi si sono, come dire, sotterrati con le loro mani; quindi, giustamente la gente cosa deve pensare poi? Ci sono tutte le prove…
Gioacchino: Però ammiri, apprezzi il coraggio che comunque ho nel mettermi contro una situazione già persa in partenza… e poi in realtà, nonostante sia uno contro milioni, alla fine c’ho pure ragione, cioè dopo questa chiamata dico: ok, adesso non è che devo stappare…
Asia: Ma vedi, amo, in realtà, realmente sono più maschilista di te. Io ne ho combinate, dico: una volta pure una ragazza, che mi diceva un sacco di cose negative, che io stavo con i ragazzini… l’ho presa con un amico mio, l’ho portata in montagna…
(Asia ride, ndr)
Asia: Facevo quello che dovevamo fare, questa inizia a piangere, a dire che si sarebbe ammazzata, perché prendeva i medicinali. Non me ne fregava un ca**o, l’ho lasciata in autostrada disperata. Cioè capito? Sono la prima che… perciò figurati…se vado a cadere io in queste cose.
Gioacchino: Eh amo, ma lo so.
Asia: Pure se mi viene un maschio a casa, che si capisce che vuole ficcare, e poi non ficca, ma io ti stupro, cioè… Io sono la prima che ha questi pensieri, io! Quindi figurati se… ma giustamente non le ho mai dette, cioè, ma io sono la prima psicopatica su queste cose, quindi…Ti ammiro come persona, perché, dico, sono riuscita a capire tanti tasselli che… sì, vabbè, ci sono quelli che mi offendono, che mi dicono, eh, ah, di qua, di là… però non arrivavano mai proprio a capire quanto posso essere malata, capito?
Gioacchino: Lo so, lo so, ma io magistrato non l’ho fatto.
(Asia ride, ndr)
Asia: “enza, l’hai messo in culo a tutti. Devi capire che quelli che puoi prendere più facilmente per il culo sono proprio quelli che hanno studiato.
Gioacchino: Lo so, lo so.
Asia: Perché io, avendo studiato come loro, so la loro mentalità, capito?
Gioacchino: Lo so.
Asia: E come la maggior parte delle persone importanti ha studiato, io riesco ad entrare in questa mentalità malata che hanno loro, capito?
Gioacchino: Lo so, lo so, ho capito.
Asia: Perché i cristiani che vivono la vita vera…
Gioacchino: Lo sanno come funziona u munnu, lo so, vedi?
Asia: Lo sanno come funziona u munnu. È ovvio che come te la sei gestita tu è gravissimo, perché comunque queste persone saranno etichettate a vita, cioè, gli hai rovinato la vita, parliamone chiaro, capisci? Perché al contrario non è che loro te l’hanno rovinata a te… Tu avevi i tuoi scopi e sei stata più che intelligente, ok? Vabbè, vedi, non fartelo scappare, anche perché, dico…
Gioacchino: Ma scherzi?
Asia: La mia parola contro la tua, quindi…
Gioacchino: Certo, ma quando mai? Vita, mi fai andare a lavare?
Asia: Sì, dai.
Gioacchino: Chiamami quando vuoi, dai.
Asia: Un bacio, ciao.
Gioacchino: Un bacio.
Questo il dialogo tra Roberta Rei e Asia, avvenuto davanti alle telecamere della trasmissione prima, durante e dopo l’ascolto dell’audio.
Roberta Rei: Tu parli con questo podcaster e dici delle cose che a sentirle sono un po’… non saprei definirle… pesanti.
Asia: Sì, lo so… volevo far pensare appunto questo.
Come prima cosa la ragazza racconta di essersi svegliata quella mattina con l’idea di apparire cattiva e di aver manipolato le proprie dichiarazioni per auto sabotarsi: “Mi ricordo che mi sono svegliata quella mattina… volevo far vedere che la cattiva ero io. L’ho conosciuto solo per questo discorso del podcast… Addirittura una volta ha fatto vedere l’inizio di un mio video per mettermi in cattiva luce… Quindi figurati se dicevo le cose come stavano realmente a lui.”
Roberta Rei: “Ciao. Sul giornale è uscita la notizia di un audio. In virtù del fatto che ci siamo conosciuti e che ci conosciamo insomma abbiamo seguito la tua storia… Io quell’audio l’ho sentito e ti dico che mi ha un po’ scioccata perché tu parli con questo ragazzo, questo podcaster e dici delle cose che a sentirle sono un po’… Non saprei definirle… Pesanti… Non lo so… Io sono rimasta un po’…Cosa è successo allora davvero? Tu ti ricordi di questa chiamata?”
Asia: Mi ricordo che ero tormentata da tutti i commenti e che comunque mi sono svegliata quella mattina… Quando poi non so chiamarlo e dargli proprio a lui che… Che era quello che… Che era il primo che comunque voleva diffamare… Quello che mi era successo… Volevo far vedere che la cattiva ero io… in qualche modo. A così che non lo so mi succedesse qualcosa affinché tutte le persone non lo so avessero quello che dicevano… Non lo so… Me la sono pensata così”.
Roberta Rei: Tu che rapporto hai con questa persona? Nel senso cioè l’avevi conosciuta per…
Asia: Ma va non è che l’ho… L’ho conosciuto solo per questo discorso del podcast. Ok. Sapevo che lui continuava anche nelle dirette, infatti ne ho parlato alle mie amiche e ne ho parlato anche con lui, di smetterla di comunque nelle dirette o… Addirittura, una volta ha fatto vedere l’inizio di un mio video, quello del finto stupro, per mettermi diciamo in cattiva luce… E l’hanno bloccato su Twitter, giustamente perché ha fatto questa cosa… quindi figurati se dicevo le cose come stavano realmente a lui. Però. Però io ho sentito quell’audio e… Ti sembri nella tua sfacciataggine, no? Perché ridi… Prendi…Insomma, sembra che veramente non te ne fotte un ca**o di quello che è successo, nel senso che non te ne fotte un ca**o a te… Niente di questi ragazzi e che insomma la versione non è quella che hai capito? che è uscita…
Roberta Rei: Sì lo so volevo fare… Far pensare appunto questo… Perché?
Asia: Una cosa però a… Volevo auto sabotarmi. Volevo far questo…
Roberta Rei: Cosa ti fa provare auto sabotarti cioè… Dopo che tu hai detto quelle cose, come ti sentivi?
Asia: Non so… A parte che comunque ho chiesto più volte se stesse registrando proprio perché l’avevo capito…
Roberta Rei: Ah tu l’avevi capito che ti stava registrando?
Asia: Certo che l’avevo capito… Figurati se questo… Da tutte le cose che ha fatto in ogni diretta quando parlava con me era una persona quando vedevo le dirette in giro che faceva o quando parlava di me che me lo diceva un’altra persona, era un altro perché mi odiava in una maniera incredibile e poi appoggiava completamente questi ragazzi… Quindi non è che c’era un’amicizia per cui mi sono confidata con un amico dicendogli la vera verità. Solo che quella mattina mi sono svegliata, mi sono venuti tanti pensieri, ho pensato a tutta la gente che mi critica… Al fatto che non ce la faccio più a sopportare questa pressione… Non mi crede nessuno e allora ho pensato di tante di quelle cose per cui potevo essere o punita io… Non lo so. Cioè, ho… un’indole un po’ autodistruttiva
Roberta Rei: Perché a dire quella roba lì… Cioè o ti vuoi libera di un peso. Però nel senso, allora dici quella. Oppure se tu mi dici che sapevi addirittura quello che ti stava registrando e io dico che tu sapevi che registrava… E tu vai a dire quelle cose?
Asia: Dare alla gente e a lui quello che si aspettava di… Cioè proprio ho emanato una cattiveria pura di cose… Per mettermi da sola in cattiva luce… Perché in quel momento volevo scomparire… volevo che se devo essere tartassato dovevo essere tartassato proprio ad arrivare ad ammazzarmi… Mi sono fatto un pensiero proprio.
Roberta Rei: Poi di recente comunque…
Asia: …ho ricominciato a stare più serena… Stavo vado a scuola guida, vado in palestra, cioè mi sono regolamentata un po’ la vita, cercando di fregarmene un po’ di più di tutte queste voci e queste cose… E lui è ripiombato adesso in questo discorso di tipo un mese fa, qualche settimana fa, in cui ero proprio… in cui ero giù rispetto a tutto
Roberta Rei: Questo audio insomma poi è uscito sui giornali pare che sia in mano agli avvocati dei ragazzi.
Asia: Sì. Non so come ci sia arrivato francamente però insomma questo è il dato di fatto ora se tu… Cioè io penso che sia il caso che tu lo senta. Ok? Se non altro perché io l’ho sentito e ci sono rimasta.. Ok?
Roberta Rei: Fammelo sentire.
Asia: Fammelo sentire.
Roberta Rei: Allora, in questo audio tu dici: ‘Io volevo far pensare che era tutto consenziente, perché così la gente smetteva di compatirmi’… Ti riconosci in quella frase?
Asia: Sì, lo so, volevo far pensare appunto questo.
Roberta Rei: Perché?
Asia: Volevo auto sabotarmi. Volevo far questo.
Roberta Rei: Cioè, volevi far credere che fosse tutto consenziente?
Asia: Sì. Perché in quel momento volevo che la gente avesse quello che aveva sempre pensato di me. Così non mi rompevano più la min***a. Non volevo più difendermi, volevo solo che finisse.
Roberta Rei: Però in quell’audio sembri quasi divertirti nel raccontarlo, ridete, scherzate… È questo che ha colpito tutti.
Asia: Sì, lo so. Ma ridevo perché avevo capito le sue intenzioni. Sapevo che mi stava registrando. E volevo che pensasse che fossi io quella cattiva. Ridevo anche per nervoso. Avevo fumato, ero scossa. Non era la realtà di quello che è successo.
Roberta Rei: E la realtà qual è, Asia?
Asia: Che il consenso inizialmente c’è… Solo che poi è finita di merda, perché realmente mi hanno fatto quello che mi hanno fatto.
Roberta Rei: Quindi all’inizio eri d’accordo ad andare con loro?
Asia: Sì. Quella volta che li ho incontrati, mi hanno fatto capire che volevano far qualcosa. E io per prima ho detto: ‘Va bene, andiamo’. Ma poi… poi è andata male. Io ho detto basta, e non si sono fermati.
Roberta Rei: Hai provato a fermarli?
Asia: Sì. All’inizio un minimo di consenso c’era, però poi son crollata. Ho capito che affrontare quella situazione alle mie condizioni non ce la facevo. Già avevo detto basta, poi ho continuato a dirlo perché stavo male. Era buio, non ricordo bene tutto, ma so che non è stato bello. C’ho sofferto.
Roberta Rei: Hai detto che non eri lucida quella sera. Ti riferisci all’alcol o ad altro?
Asia: Sì, avevo bevuto, e non ero lucida lo stesso. Pensavo che, se avessi raccontato la verità, non mi avrebbe creduto nessuno. Se avessi detto che all’ultimo mi sono tirata indietro perché stavo male, poi mi avrebbero detto che me la cercavo.
Roberta Rei: E quindi quando hai parlato con il podcaster…?
Asia: Volevo solo che la gente pensasse che ero io quella sbagliata. Che se la dovevano prendere con me. Così almeno smettevano di insultarmi, di giudicarmi. Mi sentivo vuota, non ce la facevo più.
Roberta Rei: Ma lo capisci che così ti sei messa ancora più nei guai?
Asia: Sì. Ora sì. Ho ingrandito tutto. Ho sbagliato a chiamarlo e a dire quelle cose. Anche se volevo auto sabotarmi, ho esagerato. Mi rendo conto che è stato un errore enorme.
Roberta Rei: Ti sei mai pentita di aver fatto quella telefonata?
Asia: Sì. Subito dopo. Ma ormai l’avevo fatto. In quel momento volevo solo far male a me stessa. Non pensavo che potesse arrivare così lontano.
Roberta Rei: E ora come ti senti?
Asia: Scossa. Perché so che quella chiamata ha fatto danni enormi. Non era la verità, ma ora sembra che tutto quello che ho vissuto non conti più. E invece io so cosa è successo davvero.
Roberta Rei: Cosa vorresti che la gente capisse oggi?
Asia: Che non tutto quello che si sente in un audio è la verità. E che a volte si può dire qualcosa solo per autodistruggersi, per smettere di sentire dolore. Non volevo giustificarmi. Volevo solo sparire.
Roberta Rei: Dopo che l’audio è uscito, come hai reagito? Ti sei resa conto di quanto fosse grave?
Asia: Sì, l’ho capito subito. Mi sono sentita morire. Tutti mi hanno attaccata, nessuno ha capito che stavo male, che quella chiamata non era reale. Non sapevo più come difendermi.
Roberta Rei: Ti sei chiusa in te stessa?
Asia: Sì. Non uscivo più di casa, non rispondevo ai messaggi. Mi vergognavo di tutto, anche solo di respirare. Pensavo: ‘Ormai è andata, tutti credono che sia una bugiarda’.
Roberta Rei: Hai pensato di ricontattare quel ragazzo, il podcaster, per chiarire?
Asia: Sì, ma poi ho capito che non sarebbe servito a nulla. Lui aveva già ottenuto quello che voleva. Io ero solo un contenuto da usare. Ero diventata un titolo, non più una persona.
Roberta Rei: Oggi cosa ti fa più male di tutto quello che è successo?
Asia: Che nessuno mi ha più chiesto come stavo davvero. Solo insulti, accuse. Ma nessuno ha mai provato a capire il perché di quella telefonata. Tutti hanno solo voluto distruggermi.
Roberta Rei: Ti senti diversa oggi?
Asia: Sì. Più fredda. Più consapevole. So che ho sbagliato, ma so anche che non meritavo tutto l’odio che mi è arrivato addosso. Nessuno dovrebbe passare quello che ho passato io.
Roberta Rei: Se potessi tornare indietro, rifaresti quella chiamata?
Asia: No. Mai. La cancellerei. Ma purtroppo le cose non si cancellano. E ora devo solo conviverci.
Roberta Rei: E cosa ti aspetti adesso?
Asia: Niente. Solo silenzio. Voglio solo che la gente smetta di parlare di me. Voglio chiudere tutto e tornare a respirare. Basta.
Roberta Rei: Hai paura che questo ti segni per sempre?
Asia: Un po’ sì. Ma ormai ci convivo. Non posso cambiare quello che è successo. Posso solo cercare di non farmi più del male da sola.
Roberta Rei: Cosa diresti oggi a chi ancora non ti crede?
Asia: Che non serve credermi. Serve solo capire che dietro ogni storia c’è una persona. E che io, in quel momento, volevo solo sparire. Non giustificarmi. Sparire.