Parla il critico d’arte

Vittorio Sgarbi torna a parlare, a Corriere della Sera,  dei mesi successivi alle sue dimissioni dal governo. L’uscita dal ministero, legata all’inchiesta giudiziaria che lo ha coinvolto, lo avrebbe segnato profondamente: «Ho subìto un’ingiustizia enorme», racconta, sottolineando come la vicenda lo abbia portato a una fase di depressione e a un grave calo fisico.

Secondo quanto ricostruisce, dopo l’addio all’incarico non avrebbe ricevuto sostegno politico né da Fratelli d’Italia né dalla premier Giorgia Meloni, mentre anche dal suo ex partito, Forza Italia, non sarebbero arrivati segnali. «Politicamente, nessuno mi è stato vicino», osserva. Diverso invece il riscontro avuto da amici e intellettuali – tra cui Luigi Manconi, Massimo Cacciari, Alain Elkann, Antonio Gnoli – e da alcuni esponenti politici come Ignazio La Russa, Lorenzo Fontana, Francesco Storace e Dario Franceschini.

La crisi personale si è trasformata in una vera e propria malattia: «Avevo perso ogni desiderio, anche quello di vivere. Non riuscivo più a mangiare». Dopo il ricovero al Gemelli con nutrizione forzata, è arrivato a pesare 59 chili. «Ora sono tornato a 71», dice, attribuendo un ruolo fondamentale alla compagna Sabrina Colle e alla sorella Elisabetta, che lo hanno sostenuto nella ripresa.

Sul fronte familiare, Sgarbi commenta anche la richiesta di interdizione presentata dalla figlia Evelina, definendola «incomprensibile»: «Il mio patrimonio artistico non è più mio, appartiene alla Fondazione Cavallini-Sgarbi ed è vincolato all’Italia». Diversa la posizione degli altri figli: Alba lo ha difeso, Carlo si è astenuto.

Oggi il critico d’arte annuncia un nuovo inizio: sposerà Sabrina Colle a Venezia, nella chiesa della Madonna dell’Orto. «Mi ha salvato la vita con il suo amore», afferma. La stessa Colle racconta: «Vittorio può sembrare duro, ma è un sentimentale. Dopo tanti anni insieme, credo che adesso ci siamo davvero».