A darne notizia il New York Times
L’attore, regista e attivista Robert Redford è morto a 89 anni nella sua casa di Provo, nello Utah. La notizia è stata confermata al New York Times da Cindi Berger, Ceo dello studio di pubblicità Rogers & Cowan PMK. Redford si è spento nel sonno.
Affascinante divo del grande schermo, diventato poi regista premio Oscar, Redford ha interpretato film che hanno spesso aiutato l’America a riflettere su sé stessa. Fuori dal set, l’idolo di Come eravamo, Tutti gli uomini del presidente, I tre giorni del Condor e La stangata si era fatto portavoce di battaglie ambientali e promotore del cinema indipendente, grazie al festival di Sundance.
Attore di fascino sobrio ed elegante, Redford ha incarnato un’idea di star lontana dall’eccesso: con la sua recitazione essenziale ma carismatica, ha reso popolari storie che mescolavano intrattenimento e denuncia civile. Non a caso, detestava l’approccio hollywoodiano più superficiale, che secondo lui rischiava di banalizzare il cinema. Pretendeva che i suoi film avessero un peso culturale, affrontando temi complessi come il lutto, la corruzione politica e il disincanto della società americana.
Dopo aver conquistato la fama come attore, Redford a quarant’anni si era dedicato alla regia, ottenendo un trionfo immediato: Gente comune (1980), il suo debutto dietro la macchina da presa, vinse quattro Oscar, tra cui miglior film e miglior regia. Quel successo sancì la sua autorevolezza non solo come attore ma come autore capace di dare profondità a temi universali.
Parallelamente, il suo contributo più duraturo fu forse nel campo della produzione e della promozione culturale: nel 1981 fondò il Sundance Institute, un’organizzazione non profit nata per coltivare e sostenere nuove voci cinematografiche. Tre anni dopo rilanciò un festival minore nello Utah, che avrebbe poi trasformato nel Sundance Film Festival, oggi considerato la più importante vetrina mondiale del cinema indipendente.
Oltre alla carriera artistica, Redford si è distinto come attivista ambientale, sostenendo per decenni cause legate alla difesa della natura e dei diritti civili. Nel 2002 l’Academy gli riconobbe un Oscar onorario per il suo contributo al cinema, mentre nel 2016 ricevette anche la Medal of Freedom dalle mani di Barack Obama, che lo definì “un artista che ha dato voce all’anima americana”.
Figura poliedrica e anticonvenzionale, Robert Redford lascia un’eredità che va oltre il cinema: quella di un intellettuale libero, capace di trasformare il proprio successo in una piattaforma per nuove generazioni di registi e per battaglie sociali e culturali.