Sconfisse in finale Roberta Vinci
La racchetta lanciata al cielo e un sorriso smagliante. Sembra impossibile siano già passati dieci anni da quella magica notte in cui Flavia Pennetta vinse gli US Open 2015. Per celebrare l’anniversario, DAO Sport – società di Sport Management leader in Italia nel marketing, nell’advisory e nella comunicazione degli atleti italiani e dei migliori eventi, che crede nello sport uguale per tutti – ha scelto di ricordare quel trionfo con una produzione originale.
Attraverso una serie di scatti (in cui Pennetta ha vestito dei capi EA7 Emporio Armani) e una video intervista esclusiva, realizzati al centro sportivo Alberto Bonacossa di Milano, l’ex numero 6 della classifica WTA, ha rivissuto quel giorno e il valore che quella vittoria assunse per lei e per il movimento azzurro. Con sincerità e un pizzico di emozione Pennetta è tornata agli attimi prima della sfida, alle scelte tattiche, fino al rientro in fretta e furia in Italia.
Un turbinio di emozioni, frutto di una vittoria arrivata in un derby made in Italy, il primo della storia in una prova Slam, contro la rivale e amica di mille sfide, Roberta Vinci, battuta in due set con il punteggio di 7-6(4); 6-2.
«Dentro al cuore mi porto una sensazione di pace che ho provato dopo l’ultimo colpo – ha raccontato ripensando a Flushing Meadows – un’emozione incredibile perché mi ha riportato indietro nel tempo, mi ha fatto ricordare tutto il percorso fatto. Ho pensato alla bambina che giocava con la terra rossa come se fosse sabbia, a tutto quello che i miei genitori mi hanno permesso di fare e al loro appoggio».
Un percorso di cui, oggi, quasi si stupisce: «Non so davvero come facesse quell’atleta a giocare con tutte le condizioni atmosferiche possibili e ad avere una certa tenuta mentale. Le pressioni ci sono sempre state e per questo in quella settimana, non ho mai preso in mano un giornale».
Tra i ricordi anche un aneddoto: un caro amico che viveva negli USA, alla vigilia degli US Open, predisse la finale…ma con Serena Williams. «Ci andò vicino. Il giorno prima volevo stare sola. Io e quelli del mio team eravamo in giro per la città. Lo chiamai e anche se all’inizio ero dubbiosa andai a bere una cosa».
Tutto andò per il meglio in un match nervoso con due giocatrici cresciute insieme.
Tecnicamente non è stato un match indimenticabile, eravamo tese, tutte e due ci stavamo mettendo in gioco. Ero consapevole che, dalla parte del mio rovescio ero più forte, almeno in quel momento. Lei, dalla sua, aveva soprattutto il back, un marchio di fabbrica… ancora oggi ha questo rovescio in back meraviglioso, un colpo che dava parecchio fastidio alla maggior parte delle giocatrici, ma non a me. Paradossalmente, al contrario, mi dava il tempo di poter rispondere al meglio e così quella situazione di gioco ha fatto la differenza in campo.
Trionfò la brindisina che durante la premiazione, sorprendendo anche la stessa Vinci, annunciò che si sarebbe ritirata: una decisione maturata prima della finale e avvalorata da quel senso di appagamento che provò dopo l’ultimo colpo. «Quella partita mi diede una consapevolezza unica, proprio per questo, anche io mi sono chiesta cosa sarebbe successo se avessi continuato a giocare. Allo stesso tempo, non c’è mai stata l’idea di aver preso una decisione sbagliata, guardandomi indietro mi direi di godermi di più quei momenti».
Credit photo: DAO Sport