Altro che storia da copertina, tra sospetti tradimenti, silenzi social e sguardi altrove, il sipario sembra calato per sempre
Nel dorato mondo dello spettacolo, sembra sia arrivato il momento dei titoli di coda per la storia tra Raoul Bova e Rocío Muñoz Morales. Dopo quattordici anni, due figlie e innumerevoli scatti da copertina, il loro amore da fiction pare essersi trasformato in un copione logoro, senza lieto fine.
A quanto si mormora nei corridoi ben informati del gossip, la crisi non sarebbe più un’indiscrezione ma un dato di fatto. E a quanto pare, i motivi non mancherebbero. Si sussurra che Raoul non sia stato proprio un esempio di fedeltà irreprensibile, e che Rocío, stufa di fare la parte della santa, abbia deciso di restituire il favore senza troppe esitazioni. Tradimenti incrociati, recriminazioni a porte chiuse e un clima da guerra fredda che neanche a Ginevra.
Le ultime tracce di intimità risalgono a un viaggio romantico immortalato da DiPiùTv, a maggio 2025, dove si parlava di tramonti e cene a lume di candela. Un tentativo di salvare le apparenze o una vera tregua? Chi li conosce bene giura che quel “nuovo inizio” era più una recita per le figlie che un reale tentativo di ricucire il rapporto. Perché, sotto sotto, tra i due non ci sarebbe rimasto più nulla da salvare.
A dare la mazzata finale ci hanno pensato i professionisti dello scandalo online. Rosica ha insinuato che Rocío avrebbe cominciato a frequentare “nuove amicizie” per rispondere pan per focaccia, mentre Deianira Marzano, con la consueta diplomazia di un caterpillar, ha tagliato corto dichiarando che “è finita per sempre”. E nel dubbio, i due interessati continuano a tacere, come se il silenzio potesse mettere in pausa la realtà.
Ma a lasciar trapelare più di mille parole è stata proprio Rocío, qualche mese fa, quando ospite da Alessia Marcuzzi ha risposto alla domanda sulla crisi con una frase che sa tanto di resa: “A volte ci azzeccano, però colorano”. Nessuna smentita, nessuna dichiarazione d’amore, solo una fredda constatazione che suona come una porta socchiusa dietro la quale nessuno vuole più rientrare.