Oggi, 1 luglio, esce il suo libro Ipocriti!
Giuseppe Cruciani sbarca in libreria con il suo nuovo libro Ipocriti! edito da Cairo Editore toccando, in maniera dissacrante tantissimi temi.
A Corriere dice che non teme le reazioni al suo libro e sulla critica che più gli viene rivolta dice: «Adesso dicono che sono una specie di megafono del governo di centrodestra. È ridicolo per uno che vuole il matrimonio omosessuale, la droga liberalizzata, l’adozione ai gay, ed è contro la chiusura dei negozi di cannabis light. Mi sento molto più antifascista di chi grida al fascismo continuamente».
Nel volume parla anche di Papa Francesco «influencer dell’immigrazione»: «Basta ricordare che andò a Lampedusa dopo il naufragio del 2013 dicendo che dovevamo accogliere i migranti. Piccolo particolare: non era lui che se ne faceva carico, ma lo Stato italiano. E, anzi: il Vaticano ha promulgato una legge severissima sulla immigrazione dentro il suo Stato».
Nel corso dell’intervista, Cruciani parla anche della famiglia: «Ai miei 18 anni si sono trasferiti in Abruzzo e io sono rimasto con mio fratello nella grande casa che le dicevo. Non erano molto espansivi, non riuscivano a trasferirci il loro affetto, non esternavano le emozioni. Questo l’ho preso da loro: mi riconosco una certa timidezza che è anche pudore, o riservatezza».
Poi, si sofferma sul padre e sulla madre: «Uno stakanovista. Faceva l’agente di commercio, poi ha aperto una sua società. Per molti anni abbiamo vissuto in Sicilia, tra Palermo e Siracusa. Il liceo l’ho fatto lì. È morto di leucemia nel 2008, non so se avrebbe apprezzato quello che faccio in radio – e la madre – Lavorava con lui, stava attenta ai conti. Si sono amati tutta la vita. Da qualche anno ha una forma di degenerazione cerebrale, sta in una casa per anziani a Pescara, dove vive mia sorella. Non la chiamo, per non destabilizzarla, riportandola a una vita che non le appartiene più. La vado a trovare una volta l’anno».
Spazio anche alla relazione con Eleonora: «Ci siamo conosciuti a giugno del 2014 nel suo paese natale, Sacile. Ero andato con Filippo Facci per un incontro pubblico e lui mi aveva fatto notare questa ragazza carina che gli piaceva. Poi è finita in un altro modo. Io sono già stato sposato e mi sono ripromesso di non farlo più. Ma vediamo, magari lo faccio… Però il matrimonio è un contratto, non è importante per certificare che due si vogliono bene. Quasi quasi sarei per i matrimoni a tempo, come i calciatori. Comunque, quella con Eleonora è la mia relazione più lunga».
Cruciani ha anche una figlia, Viola e si definisce: «Un po’ assente nella quotidianità, come mio padre, ma penso di essere uno che dà dei consigli: spetta a lei seguirli o no. Forse sono troppo preso dal mio lavoro: spero che un giorno possa capirlo».
Tornando al libro ne ha per tutti anche per chi usa la parola femminicidio: «Non mi piace perché le femministe si sono fissate, mentre penso sia più importante far rimanere gli assassini il più a lungo possibile in carcere. Da anni sostengo che bisogna lavorare per far scomparire gelosia e possesso dal nostro vocabolario: il corpo e le scelte di chi sta con noi non ci appartengono, una donna è libera di piantarci all’improvviso senza dare spiegazioni».