Ma Gigi Hadid può essere il volto di Hairspray? No.

È uscito lo spot di Vogue dedicato ad HAIRSPRAY, con protagonista Gigi Hadid, ma cosa ne pensiamo?

Io l’ho visto, ahimè, e penso sia l’esempio più lampante di quanto i media odierni ci stiano riportando agli anni ‘90, inizi anni 2000, con corpi impensabili e standard fisici improponibili.

Un’ennesima occasione sprecata.

Hairspray è uno dei musical più famosi della storia del cinema post moderno, ma non solo, è un musical diverso da quelli ai quali eravamo abituati.

Perché è un musical che prova a smuovere le acque, proponendoci, come protagonista, una donna con un corpo non conforme agli standard del mondo dello spettacolo, un corpo in carne, e proprio su questo verte la trama.

Una favola ambientata nella Baltimora degli anni ’60 che sogna un’ America diversa, un’ America finalmente inclusiva, che cerchi in qualche modo di combattere quegli stereotipi legati al corpo, legati ai ruoli, legati a tutti i preconcetti a cui eravamo abituati.

Nello spot però non vediamo questo, vediamo una Gigi Hadid, con un corpo perfetto, circondata da ballerini e ballerine altrettanto perfetti, con massimo una taglia 36, corpi improponibili.

Come può quindi rappresentare Hairspray?

 Come può poi essere Vogue, portavoce della moda, il canale che si rifà a un musical come quello, con temi come quelli?

Quando è sempre la moda una delle prime rappresentanti di questi corpi utopistici, come si può accostare quell’ambiente e quelle modelle al Musical che per primo ha provato a fare un passo in avanti verso il cambiamento?

Questo spot lascia l’amaro in bocca perché, se ci sofferma un attimo, ci mostra bene il quadro del periodo storico che stiamo vivendo, perché un corpo non è mai solo un corpo, un corpo è anche politica e in questo caso, come nel caso della politica, abbiamo fatto un passo indietro, invece che farne uno avanti.

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Lucia Monina, nata in Ancona nell'agosto del 2001, è una fotografa e scrittrice, che studia presso l'accademia delle belle arti di Brera, a Milano. Ha esposto le sue fotografie in varie occasioni, tra le quali il punto zero di Sesto, il Lock di Lambrate e il LatoB di Milano. Ha scritto una biografia di Taylor Swift, con Diarkos Editori. Scrive di musica, cinema e arte.

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