Torna in tv Alberto Angela: “Mio padre? No non mi rimproverava, due approcci diversi”
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In onda dal 17 febbraio
Alberto Angela torna in tv e in onda sulla Rai, con il suo “Ulisse” a partire dal 17 febbraio. Angela sarà in onda con una puntata dedicata al Commissario Montalbano e ad Andrea Camilleri.
Il conduttore e divulgatore scientifico ha parlato a Il Quotidiano Nazionale, raccontando anche una disavventura con le formiche.
«Ero in Congo. Mi svegliai di notte. La tenda era stata avvolta da decine di migliaia di formiche legionarie, formiche molto grosse che si spostano in continuazione. Da una piccola apertura nella lampo della tenda erano entrate dentro e mi avevano ricoperto, soprattutto in testa. Uscii fuori camminando su un tappeto vivente di formiche, ma con molta circospezione, per accertarmi che in giro non ci fossero leoni o altri animali».
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Non manca anche un ricordo dell’infanzia e della salute: «Da bambino ero piuttosto irrequieto. Una volta – avevo 5 anni e mezzo – caddi su un bambù tagliato a punta. Mi si conficcò nel collo a mezzo centimetro da vasi sanguigni importanti. In ospedale mi tennero fermi mani e piedi mentre mi ricucivano senza anestesia. Un’altra volta un’infermiera, vedendomi, si stupì: ‘Ti ho fatto l’antitetanica poche settimane fa, cosa ci fai ancora qui?’». I genitori «ormai erano abituati. Al telefono mi chiedevano soltanto: ‘In che ospedale sei? Ti veniamo a prendere’».
Angela, così aggiunge una riflessione: «un genitore non deve mai dire ai figli cosa devono fare, ma solo quello che non devono fare. Non bisogna essere opprimenti per non perdere il contatto, ma senza diventare amici. Ne hai comunque la responsabilità. Stimolare la loro curiosità senza tarpargli le ali».
Poi sulla musica: «Purtroppo quel talento ha saltato una generazione. Ho provato a suonare la chitarra, ma… Invece i miei figli sono bravi. Io ascolto qualsiasi genere di musica, mi piacciono le belle voci, i bei brani. Nelle mie trasmissioni la musica è molto importante, facciamo una ricerca accurata. Ad aprile avremo una puntata di Ulisse veramente particolare, direi quasi sperimentale, una specie di ibrido proprio con la musica».