Processo Regeni, la madre di Giulio è stata ascoltata come testimone davanti alla Prima Corte d’Assise
Paola Deffendi, mamma di Giulio Regeni, è stata ascoltata come testimone davanti alla Prima Corte d’Assise. La signora è stata sentita a Roma nel processo a carico di quattro 007 egiziani accusati del sequestro e dell’uccisione del figlio, ricercatore friulano. Deffendi ha dovuto raccontare ancora una volta l’orrore di quel giorno in cui ha dovuto fare il riconoscimento ufficiale di Giulio.
“Quando ho dovuto riconoscere il corpo di Giulio ho potuto vedere solo il suo viso: ho visto la brutalità, la bestialità, sul corpo di nostro figlio. Era coperto da un telo e chiesi di poter vedere almeno i piedi ma una suora mi disse ‘suo figlio è un martire’. Lì capii che era stato torturato” ha detto.
Il racconto in aula della signora Paola Deffendi
“L’ultima volta che abbiamo visto Giulio è stato il 24 gennaio 2016 via Skype. Il 27 ci è arrivata la notizia della sua scomparsa. Mio marito mi ha chiamato con una voce mai sentita. A casa mi disse che Giulio era scomparso. Quando sentii la console chiesi perché non ci avessero avvisato prima”, ricorda la madre di Giulio. E ancora, rispondendo alle domande del procuratore aggiunto Sergio Colaiocco, la donna risponde:
“Giulio era già stato in Egitto nel periodo del colpo di Stato di al-Sisi, quando ci tornò nel 2015 ci disse che la situazione era più calma e si sentiva tutelato in quanto ricercatore straniero. Non espresse mai alcun timore. Il 15 gennaio era il suo compleanno e gli mandai gli auguri e lo sentii felice e rilassato”.
Nei giorni della scomparsa “ci chiamò” l’allora ambasciatore e “ci disse ‘stiamo arrivando io e la ministra Guidi’. Ci sembrò strano.
L’ambasciatore ci disse ‘non porto buone notizie’. Quando sono arrivati a casa di Giulio ci hanno abbracciato, facendoci le condoglianze e ci dissero ‘avete 5 minuti, la notizia è stata diffusa’”. Giulio era morto.
Infine, un racconto inedito sull’incontro con l’ambasciatore egiziano in aeroporto avvenuto un giorno delle passate udienze. “Non l’ho mai detto prima – afferma la mamma di Giulio -. Ci siamo seduti accanto a lui, chiedendo se sapeva che c’era un processo in Italia sul caso Regeni, lui disse di sì”.