Stefano De Martino si racconta: «Ad Amici mi montai la testa»
Il conduttore parla degli inizi e della carriera
Stefano De Martino si sta affermando con il programma Rai Affari tuoi e così parla del momento d’oro in un’intervista a Corriere della Sera: «Ma non mi monto la testa. L’ho già fatto, a 19 anni, e ho avuto tutto il tempo di rismontarla».
Parla anche del suo sogno di fare il calciatore: «Poi a 9 anni ho cominciato ad accompagnare mia sorella in bicicletta alle lezioni di danza. Siccome non volevo fare due viaggi, la aspettavo lì seduto. Un giorno l’insegnante, di cui era stato allievo anche mio padre, mi chiese di provare».
Si sofferma sugli inizi al San Carlo di Napoli: «E lavorava anche nel Bar Stella di mio nonno, a Torre Annunziata, dove sono cresciuto. Facevo colazione lì la mattina, poi ci tornavo dopo la scuola per fare i compiti. Mio padre, abbandonato da mio nonno paterno, era stato cresciuto come un figlio dal mio nonno materno. E lui, quando scoprì che aveva messo incinta la figlia, non la prese bene. Poi però lo perdonò».
De Martino poi sul successo ad Amici: «agli inizi, con Amici , quando tutti mi fermavano nella metro. In quel periodo ho avuto su me stesso pensieri fuori misura. Per fortuna subito dopo sono andato a New York, dove sono entrato in una compagnia di ballo, ed ero l’italiano che si distingueva perché non sapeva parlare bene l’inglese. È stato prezioso per ridimensionarmi».
Poi su Maria De Filippi dice che «guardandola fare il suo lavoro mi sono appassionato anch’io. Allora era molto lontana da me l’idea di fare il conduttore. Televisivamente parlando mi sento suo figlio».
Infine un cenno anche a Belen Rodriguez: «penso che tanti uomini, dopo, abbiano cominciato a sentirmi vicino perché in fondo io ce l’avevo fatta con mezzi limitati. Lei stava con Fabrizio Corona, un’altra generazione, un’altra vita: in teoria non c’era gara. Ballare insieme ha subito accorciato le distanze. È un peccato che oggi più nessuno balli un lento: sterno contro sterno, cuore contro cuore; si risparmia un sacco di tempo, l’invito a cena, l’approccio con il cuore in gola…».
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