Terremoto in Turchia, arrestati 12 appaltatori per il crollo degli edifici
Terremoto in Turchia, arrestati 12 appaltatori per il crollo degli edifici. Mandato di arresto per 29 persone
Il bilancio del terremoto in Turchia e Siria è drammatico. Le vittime sono oltre 28000, ma sono sicuramente molte di più. La stima è di oltre 50mila. I feriti sono, invece, 80mila. Le macerie sono tantissime e ancora di più sono le persone disperse. Tra queste c’è ancora Angelo Zen, l’imprenditore italiano, di cui non si hanno più notizie da domenica scorsa.
Intanto, dopo la tragedia è scattata la polemica sulle conseguenze del terremoto. Troppi crolli di edifici di recente costruzione. Tant’è che la polizia turca ha arrestato 12 persone per il crollo di edifici nelle province sud-orientali di Gaziantep e Sanliurfa.
Secondo quanto riportato dall’agenzia stampa AskaNews gli arrestati sarebbero appaltatori. Uno di questi è un appaltatore di un edificio a Gaziante arrestato dalla polizia a Istanbul.
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In totale gli edifici crollati sarebbero circa 6.000. Tra la popolazione sarebbe scoppiata la rabbia per la scarsa qualità degli alloggi. Gli arresti non si esauriscono con questi 12, ma se ne prevedono altri. Infatti, il pubblico ministero di Diyarbakir, una delle 10 province colpite dal sisma, ha emesso mandati di arresto per 29 persone.
In Turchia il bilancio delle vittime del terremoto è salito a 18.342, con 72.424 feriti.
Nel video c’è un momento terribile del crollo di un palazzo pic.twitter.com/N1v9Vm8uKh
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Intanto, la situazione sarebbe critica per il numero elevato di corpi senza sepoltura. «C’è chi i suoi cari nemmeno li può seppellire perché qui non sono arrivati gli aiuti», denunciano da alcune regioni della Turchia.
Il rischio è quello dello scoppio di una epidemia di colera. Gli operatori umanitari chiedono l’invio urgente di body bags, ovvero sacchi neri per la conservazione temporanea dei corpi. Durdu Mehmet Okutucu, vicedirettore dell’ospedale ha spiegato: “per immagazzinare i corpi stiamo usando i camion auto refrigeranti. Perché altro modo non c’è”. Ma questo non è possibile in tutti i luoghi.
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