La bielorussa è la nuova campionessa australiana
Aryna Sabalenka, nella giornata di sabato è diventata la nuova regina degli Australian Open. La tennista bielorussa, costretta a gareggiare per via della situazione in Ucraina, senza bandiera, ha sollevato il suo primo torneo Slam.
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Nelle prove Slam non era infatti mai andata oltre le semifinali nel singolare. Era però riuscita a trionfare nel doppio in due occasioni, agli US Open del 2019 e agli Australian Open del 2021, con la belga Elise Mertens.
Su Instagram dopo aver vinto ha scritto un post pensando al papà: «Papà, saresti orgoglioso di me?».
La mente è subito volata al padre Sergey, ex giocatore professionista di hockey su ghiaccio, scomparso a soli 44 anni nel 2019.
Proprio durante un viaggio in macchina con il padre, incuriosita dai campi da tennis, si avvicinò a questo sport. Un trionfo che la porta, oggi, 20 gennaio, al numero 2 del ranking WTA.
L’anno era già del resto finito bene, anche se con un po’ di rammarico, dopo la finale persa delle WTA Finals.
La Sabalenka, nata 1988 a Mink è alta 1 metro e 82. Fisico statuario ha già volte fatto capire come un domani potrebbe anche prendere in considerazione la carriera da modella.
Ora però spazio al tennis, con quel servizio che tanto l’ha fatta penare aggiustato grazie alla biomeccanica. Nonostante la giovane età ha anche una figura di riferimento su cui contare.
È infatti legata da anni all’ex giocatore di hockey ghiaccio bielorusso Konstantin Koltsov, di 17 anni più grande di lei, già padre di tre figli.
Nel tour, la Sabalenka è nota con il soprannome di tigre. Ha infatti tatuato l’animale sul braccio sinistro: nell’anno in cui è nata, il 1988, da calendario cinese era l’anno della tigre.
È una delle tenniste che più ha patito la forzata esclusione dello scorso anno da Wimbledon. Interpellata diverse volte sulla vicenda, ha detto: «La situazione è terribile e lo sappiamo tutti. Sono e siamo ovviamente preoccupati per quello che sta succedendo. Se potessi fare qualcosa affinché si possa arrivare alla pace lo farei: purtroppo, però, non posso fare nulla. Ma a cosa è servito escluderci da Wimbledon?».
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