Perquisito il covo di Messina Denaro, ecco cos’hanno trovato: oggetti e indumenti di lusso, ma niente armi
Nel corso della scorsa notte è stato perquisito quello che è stato considerato l’ultimo covo del superlatitante Matteo Messina Denaro. Si tratta di uno stabile a Campobello di Mazara, paese siciliano considerato “sotto l’influenza del latitante”.
“Riteniamo che sia l’abitazione utilizzata nell’ultimo periodo come stabile occupazione, al suo interno confidiamo di trovare elementi significativi per lo sviluppo delle indagini e per capire chi ha protetto il latitante, faremo repertamenti biologici a questo scopo”, ha detto il comandante dei Ros Pasquale Angelosanto, che definisce Denaro “l’ultimo capo dei corleonesi”.
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Al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine nello stabile “non c’era nessuno”. Durante la perquisizione, che è durata tutta la notte, sono stati rinvenuti oggetti di lusso, vestiti firmati e profumi ricercati ma nessuna traccia di armi. Al momento dell’arresto, sembra che il boss indossasse una giacca di pelle dal valore di circa 10mila euro e un orologio il cui valore è stimato tra i 30 e i 35mila euro.
Le ricerche continuano, poiché nelle intenzioni dei carabinieri c’è quella di cercare il nascondiglio dell’archivio in cui, secondo molti pentiti, si troverebbero le risposte a molti dei segreti della stagione delle stragi, in parte eredità di Totò Riina.
Campobello di Mazara è il paese dove risiedeva l’autista del boss Giovanni Luppino, anch’egli arrestato nella mattinata di ieri. Messina Denaro è stato tradotto in un carcere di massima sicurezza e sottoposto al 41-bis dell’ordinamento penitenziario, che risulterebbe per ora compatibile con le condizioni di salute del detenuto. Tuttavia, ha detto Angelosanto: “Bisogna verificare che le strutture carcerarie siano idonee a garantire un certo tipo di terapia, in Italia ne esistono varie”.
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