Riaperta l’inchiesta per la morte del ciclista italiano
Non c’è pace per Marco Pantani. È stata infatti aperta, per la terza volta, l’inchiesta sulla morte del campione italiano di ciclismo.
Marco Pantani venne infatti trovato privo di vita il 14 febbraio del 2004 al residence Le Rose di Rimini. Il fascicolo riaperto riguarda l’accusa di omicidio contro ignoti.
La notizia, diffusa dal Quotidiano Nazionale, è stata confermata dall’avvocato Fiorenzo.
Già nel 2017 venne archiviata l’indagine e esclusa l’ipotesi di omicidio. La nuova pista sarebbe stata presa in considerazione dopo l’audizione di Fabio Miradossa.
L’uomo patteggiò nel 2005 una pena per spaccio di droga legata alla morte di Marco Pentano alla commissione antimafia.
“Marco è stato ucciso – disse – l’ho conosciuto 5-6 mesi prima che morisse e di certo non mi è sembrata una persona che si voleva uccidere. Era perennemente alla ricerca della verità sui fatti di Madonna di Campiglio, ha sempre detto che non si era dopato“.
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L’avvocato Fiorenzo Alessi ha parlato a nome della famiglia e della madre del Pirata: “Mamma Tonina chiede di capire una volta per tutte se il figlio è morto per un mix di antidepressivi con la cocaina assunta precedentemente oppure se ci sono altri motivi”.
Da anni la famiglia lotta per ricostruire quanto accadde a Pantani. Il ciclista vinse, nel 1998, Giro d’Italia e del Tour de France nel 1998.
Venne trovato morto a 34 anni e si parlò dì overdose di cocaina.
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