Questa sera a “Fuori dal coro”, l’intervista esclusiva a Nunzia Alessandra Schilirò
«Il paradosso è che da poliziotto che rappresentava l’immagine della polizia sono diventata una terrorista che incita a disobbedire le leggi, addirittura da indagare». Queste le parole di Nunzia Alessandra Schilirò, vicequestore di Roma finita al centro delle polemiche per le sue dichiarazioni contro il green pass sul palco di San Giovanni, intervistata da “Fuori dal Coro”, in onda questa sera, in prima serata su Retequattro.
Lei è un funzionario di polizia, quindi dovrebbe far rispettare le leggi. Come può invitare a violarle?
«Io non ho mai invitato nessuno a violare le leggi. Mi sento nel giusto, non ho violato alcuna legge, non ho paura di niente. Ripeterei quel discorso parola per parola perché non è possibile che chiunque la pensi diversamente dal pensiero dominante venga considerato un terrorista».
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Non è sbagliato che un vicequestore inviti a dissentire, alla ribellione?
«Il messaggio che non voglio assolutamente che passi è che io sia una persona violenta, che incita a disobbedire alle leggi perché non è assolutamente così. Io ho semplicemente esercitato il mio diritto di esprimermi e la penso diversamente dal pensiero dominante. Non capisco l’utilità di questo green pass che, ripeto, non ha basi scientifiche, non ha basi costituzionali, non esiste in nessun’altra parte del mondo con la severità con cui esiste nel nostro Paese».
Come può lei, dirigente di Polizia, parlare di “stato dispotico e corrotto”?
«Questa frase è di Gandhi e significa che bisogna disobbedire civilmente, che non significa usare la violenza ma significa usare la cultura. Però non faccio un passo indietro e quindi devo essere messa sul rogo? Va bene. Devo fare la martire? Farò la martire. Non mi posso fermare perché io sono un buon poliziotto. Secondo me ho onorato la divisa che indosso e ho onorato il mio Paese perché credo in quello che faccio. Non ho parlato contro i vaccini, assolutamente, non mi permetterei mai perché non sono un medico. Penso che questo virus vada combattuto, dobbiamo sicuramente conviverci, ma vada combattuto con tutte le armi a nostra disposizione».
Il Ministro Lamorgese ha parlato dicendo che le sue affermazioni sono gravissime. Lei teme la sospensione?
«Io temo proprio la destituzione, che è la fine del mio rapporto con la polizia. Non mi aspettavo questa reazione. Però da questo, addirittura, pena esemplare, il Ministro che si interessa a me… Io credo molto nello Stato, credo nelle Istituzioni, credo nella divisa che indosso. Semplicemente sto dicendo che a volte ci sono delle figure che rappresentano le istituzioni che non sono all’altezza delle istituzioni che rappresentano. Evidentemente ho smosso qualcosa».
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