Bergamo, un diciannovenne uccide tunisino per futili motivi. Al culmine di una discussione il giovane ha accoltellato mortalmente il 34enne tunisino
Un omicidio dettato da un futile motivo, sembra essere questa la dinamica dei fatti accaduti nella giornata di ieri a Bergamo. Verso le 13 in via Ermete Novelli a Bergamo, Tayari Marouan, tunisino di 34 anni, passeggiava tranquillamente con la moglie e le due figlie, quando accidentalmente si urta con un giovane italiano, di 19 anni incensurato. L’episodio ha fatto scatenare un alterco, ma la situazione sembrava essere rientrata.
Invece, il giovane italiano, Alessandro Patelli, in possesso di un coltello, ha aggredito l’uomo con cinque fendenti e ferendolo mortalmente al cuore. Immediatamente sono giunte le forze dell’ordine, ma per il tunisino non c’è stato nulla da fare. L’uomo è deceduto in breve tempo davanti agli occhi increduli della moglie e delle figlie. Il giovane italiano, subito dopo l’omicidio, è stato identificato e arrestato. Mentre arriva l’ambulanze, i carabinieri sono già sul posto. La caserma di Bergamo Bassa è a un civico di distanza.
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Condotto presso la caserma dei carabinieri di Bergamo Bassa per essere interrogato, ha accusato un malore ed è stato necessario il trasporto presso l’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo per i controlli. Il pm Paolo Mandurino ha disposto per il giovane l’arresto in flagranza per omicidio volontario. Il giovane è assistito dall’avvocato Enrico Pelillo, che ha spiegato i motivi per cui era in possesso dell’arma. Scrive il Corriere della Sera: “stava andando a Trescore Balneario, dove la famiglia ha un terreno e che aveva il coltellino con sé fin dall’inizio: a suo dire lo usa per piccoli lavoretti. Avrebbe reagito perché si sentiva minacciato. Si è infine avvalso della facoltà di non rispondere quando i ricordi si sono fatti confusi. Anche i suoi genitori hanno raggiunto la caserma, chiedendo il silenzio”.
«Che cosa devo dire ai giornalisti? Mi hanno ucciso il marito, mi è morto tra le braccia», sono queste le parole di Eleonora Turco, la moglie dell’uomo ucciso.
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