Vanity Fair torna in edicola con Stefano De Martino e suo figlio Santiago in copertina per raccontare i nuovi modi di essere padre e perché serve una legge che riconosca i cambiamenti in corso in materia di genitorialità
«Mio padre sapeva che mettermi sotto una campana di vetro non mi avrebbe protetto dai pericoli, e che proibire all’origine conduce sempre a voler infrangere i divieti. Decise di non pormi dei limiti perché i miei limiti, e quindi i miei confini, sapessi definirli da solo. Adesso io, con mio figlio, cerco di fare lo stesso».
Sono alcune delle parole che Stefano De Martino – 31 anni, ballerino e star televisiva – dedica al suo Santiago – 8 anni –, nato dalla precedente relazione con Belén Rodríguez. Immortalati nella calda luce di un tramonto estivo dal fotografo olandese Paul Bellaart, sono i protagonisti dell’emozionante storia di copertina pubblicata sul numero di Vanity Fair in edicola da domani mercoledì 21 luglio. Il tema è quello della paternità e del cambiamento culturale in corso intorno al significato dell’essere genitori, come anche raccontato all’interno del magazine dall’inchiesta firmata da Nina Verdelli.
Spiega nel suo editoriale il direttore Simone Marchetti: «Dalle famiglie eterosessuali a quelle di genitori single fino a quelle omogenitoriali, è forse arrivato finalmente il momento di fare un passo in avanti rispetto a quello che pensiamo di sapere in fatto di genitorialità. La figura paterna deve essere finalmente equiparata a quella materna in fatto di gestione dei figli». Ed è questa la spinta ideale che giustifica il sostegno di Vanity Fair all’iniziativa politica portata avanti dai senatori Pd Tommaso Nannicini e Valeria Fedeli in favore del congedo di paternità: «Si tratta di una normativa che vuole proporre un cambio di paradigma per valorizzare il ruolo dei padri al fine di liberare le madri lavoratrici dalla gabbia della conciliazione casa/lavoro. Passare da una cultura della maternità a una cultura della genitorialità aiuterebbe a rendere tutti più liberi e più maturi».
È un numero ricco di storie e personaggi, quello offerto ai lettori di Vanity Fair questa settimana. «Sono nata per essere la prima a fare qualcosa, perché altri possano fare altrettanto», dichiara la grande artista Marina Abramović: «So delle difficoltà e disparità che ancora oggi molte artiste devono sopportare sul lavoro. A loro dico di non lasciarsi impaurire, di seguire intuito e cuore e non cedere a compromessi». Ginevra Elkann ci parla dei suoi nuovi progetti («Abbiamo finito di scrivere la sceneggiatura imperniata su una storia ambientata a Roma, molto contemporanea e corale. Sto ancora ragionando sul cast, ma intanto un titolo già c’è. Si chiamerà Te l’avevo detto») e del suo presente immediato («Credo che dopo un anno come quello che abbiamo vissuto l’estate soffi in una sola direzione possibile: riappropriarsi del tempo»). In una grande esclusiva, Federico Marchetti racconta invece della sua decisione di lasciare il gruppo Yoox Net-A-Porter, 21 anni dopo la sua fondazione, soffermandosi sulla sua scelta e su che cosa manca all’Italia per diventare davvero grande: come fucina di talenti, come territorio d’eccellenza, e come Paese dove può nascere il primo impero del lusso italiano. Infine, in merito ai grandi sconvolgimenti climatici in atto, le Arctic Angels, esponenti di un network internazionale per la salvaguardia dei ghiacci, ci spiegano perché la più importante delle battaglie ambientaliste deve essere combattuta dalle donne e per le donne.
Dalla tutela dell’ambiente alla frontiera dei nuovi diritti, dal racconto di una società che cambia alla ricerca di figure emergenti in tutti i campi. Vanity Fair Italia è un brand che propone temi e contenuti che generano dibattito, confronto e attenzione. E sono proprio l’autenticità nella narrazione e la credibilità dei contenuti offerti i fattori che spiegano un successo crescente, certificato dai numeri relativi alle copie vendute in edicola. Nel dettaglio: il numero dedicato alla “Summer of Love”, uscito il 23 giugno con la ballerina Giulia Stabile e il cantautore Sangiovanni in copertina, ha registrato un +31%; lo speciale Pride Issue con i Måneskin +15%; +7,8% il precedente numero uscito in edicola il 26 maggio che ha avuto come «ospite d’onore» il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Vanity Fair Italia è il cuore di un giornalismo attivista che accende un dibattito intorno a idee e valori in chiave comprensibile e contemporanea. Lo testimoniano i numeri, come abbiamo visto, ma anche i riconoscimenti pubblici.
Nella serata di gala del 16 luglio al Teatro Antico di Taormina, oltre ai premi consegnati a stilisti e personaggi legati al mondo della moda, il direttore Simone Marchetti ha ricevuto il Tao Award Excellence per il Giornalismo. Pochi giorni dopo, lunedì 19, è stata la volta dei Diversity Media Awards, i riconoscimenti che premiano i personaggi e i contenuti mediali che si sono distinti per una rappresentazione valorizzante e inclusiva della diversità nelle aree di genere e identità di genere, orientamento sessuale e affettivo, etnia, disabilità età e generazioni. Nel corso di una serata-evento benefica ricca di ospiti e performance andata in scena al Teatro Franco Parenti di Milano, il riconoscimento ‘Miglior Articolo Stampa Periodici’ è andato a Gente comune di Silvia Nucini, dedicato alle vite normali dei transgender e gender fluid, pubblicato da Vanity Fair nell’ottobre dello scorso anno.
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