Si cerca di ricostruire cosa sia successo
Nella tragedia del Mottarone, 14 persone hanno perso la vita con un solo sopravvissuto. Da settimane, ormai, si indaga su cosa sia realmente successo e su chi possano ricadere le colpe.
Intanto, non mancano i retroscena e gli aggiornamenti continui: ieri, 2 giugno, sono anche stati ascoltati dal pm nove dipendenti che gestivano l’impianto per raccogliere il numero più alto possibile di informazioni.
L’ipotesi che sta prendendo piede è che l’utilizzo prolungato dei forchettoni potrebbe aver provocato una menzione eccessiva sulla fune e la conseguente rottura.
Ipotesi confermata anche dal video consegnato da uno svizzero ala tv tedesca e girate alla procura si Verbania in cui si mostra come i ceppi rossi sul tetto ci fossero già dal 2014
Ma un ex dipendente a “La Stampa” ha in rete smentito: “I forchettoni erano appoggiati sul tetto della cabina, non inseriti”.
Al test della mattina del tragico incidente avrebbe partecipato anche i turisti come spiegato dalla testimoniai dell’operatore di quel giorno, Pietro Tarizzo: “Quella mattina, per la corsa di prova, non sono salito da solo ma con altre 12 persone, oltre al mio collega Zurigo. Questa è stata la corsa di prova quella mattina. Nerini (gestore della funivia, ndr) ci ha detto “il gruppo sale con voi”. E a loro “salite””.
La capostazione, Patrizia Giannini, ha invece detto: “Non sono a conoscenza della funzione del forchettone. So solo che venivano messi a fine giornata, a impianto fermo e cabina vuota”.
E invece la macchinista: “Era Tadini a ordinare l’applicazione dei ceppi sui freni d’emergenza anche durante il regolare funzionamento dell’impianto. Quando gli ho chiesto se dovessi toglierli lui mi ha risposto di lasciarli dov’erano che c’era un problema ai freni”.
Per il vetturino Ahmed El Khattabi si è trattato di un errore dovuto a una dimenticanza: “È capitato di far viaggiare i passeggeri nella cabina con i ceppi. Per quanto ne so io succedeva quando l’addetto si dimenticava di toglierli. Ma è severamente vietato farle viaggiare così”.
Mentre il vetturino, in servizio il giorno dell’incidente ha aggiunto: “Dal Mottarone ho visto del fumo salire in cielo dopo il pilone. Sono andato da solo sul posto, ho visto la vettura schiantata contro gli alberi. Mentre mi avvicinavo ho trovato il primo cadavere, a una trentina di metri dal pilone a terra, dove c’erano i segni del primo impatto con il suolo. Sono entrato nella cabina, ho trovato un uomo che respirava ancora, ci ho parlato per qualche attimo. Poi è morto davanti a me”.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.