La Formula Uno scende in campo contro il razzismo. Hamilton: “Le azioni valgono più delle parole”
È iniziata la stagione 2021
Ha preso il via l’edizione 2021 della Formula Uno. Non sono mancate come successo anche a fine anno rimostranze contro il razzismo.
Alcuni dei piloti alla partenza sono rimasti in piedi di fronte alla scritta “We Race As One” (titolo della campagna contro il razzismo) e altri si sono inginocchiati come ad esempio ha fatto Lewis Hamilton (che poi si è imposto a fine gara) o il debuttante Mick Schumacher.
Il figlio dell’ex pilota tedesco indossava la maglia Black Lives Matter e si è inginocchiato con Sebastian Vettel, Lance Stroll, Lando Norris, Daniel Ricciardo, Nicholas Latifi, George Russell, Pierre Gasly, Sergio Perez e appunto Lewis Hamilton.
Il pilota inglese, 7 volte campione del Mondo ha però dichiarato: “Non credo che sia la cosa più importante per tutti inginocchiarsi. È quello che facciamo che conta, bisogna apportare un cambiamento. Vedremo come possiamo lavorare insieme in modo che lo sport assuma un ruolo principale”.
A prescindere dalle singole azioni dei piloti la F1 ha previsto un percorso di sostegno a favore della lotta contro le differenze e le discriminazioni.
Leggi anche: F1, Hamilton come Schumacher: per la settima volta campione del Mondo
Hamilton, visto che la corsa si è tenuta in Bahrein, in settimana, ha detto la sua sulla questione diritti umani: il paese è uno dei primi al mondo per violazione di diritti umani.
“Negli ultimi mesi – ha detto – ho cercato di affrontare l’argomento perché in tutti gli anni in cui siamo venuti qui non sono stato a conoscenza di tutti i dettagli riguardanti possibili violazioni dei diritti umani. Quindi ho passato del tempo a parlare con avvocati per i diritti umani, ho parlato con organizzazioni per i diritti umani come Amnesty ed ho incontrato l’ambasciatore britannico qui in Bahrain e anche i rappresentanti dello stesso Bahrein”.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.