Superbonus 110%, ecco tutte le novità approvate in Senato

Superbonus 110%, ecco tutte le novità approvate in Senato

Superbonus 110%, ecco tutte le novità approvate in Senato sulla cessione dei crediti e sui lavori di ristrutturazione

Con 94 voti a favore, 72 contrari e 2 astensioni, il Senato mercoledì 5 aprile ha approvato il decreto Crediti, in cui rientra anche il Bonus 110%. Con il l testo del 16 febbraio scorso si prevedeva lo stop immediato della cessione dei crediti e dello sconto in fattura per tutti i bonus edilizi.

Il Parlamento, però, ha previsto delle proroghe per le unifamiliari i cui lavori, al 30 settembre 2022, hanno raggiunto almeno il 30% del completamento. In questi casi, spiega il Corriere della Sera, “l’agevolazione al 110% potrà essere richiesta fino al 30 settembre 2023”. La proroga arriva anche “per i casi in cui, al 17 febbraio, non era ancora arrivato l’ok del cessionario: possibile fino al 30 novembre 2023 ma con il pagamento di una mora di 250 euro e solo per le spese effettuate nel 2022. Più tempo anche per le detrazioni fiscali che si potranno spalmare su 10 anni anziché 4, ma solo per le spese dell’anno 2022”.

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L’agevolazione al 110% del Superbonus sarà valida per le abitazioni colpite dai terremoti dal 2009 e dall’alluvione nelle Marche, per le case popolari Iacp, per le Onlus, per gli interventi di rimozione di barriere architettoniche e rigenerazione urbana. Inoltre, è prevista “la cessione del credito e allo sconto in fattura anche per gli interventi su caldaie, infissi e pannelli fotovoltaici ma solo con prove che certifichino l’avvio dei lavori (anche solo l’acquisto) prima del 16 febbraio 2023”.

Infine, è stato sciolto il nodo dei crediti fiscali incagliati. Con la nuova legge, riporta il Corriere della Sera, “alle banche viene data la possibilità di convertire i propri crediti in Btp ma almeno decennali e a partire dal 2028. Nascerà in futuro una piattaforma finanziaria gestita da privati dove poter acquistare o cedere crediti e sbloccare così parte dei crediti incagliati. Alcune banche nel frattempo hanno riaperto alle cessioni, come Unicredit e Bpm. Mentre Intesa Sanpaolo e Università Luiss hanno siglato un accordo per la ricessione dei crediti per un valore fiscale pari a 60 milioni di euro”.

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