
Suicidio Luca Ruffino, dall’autopsia non è emersa alcuna malattia grave. La procura di Milano indaga per istigazione al suicidio
L’autopsia sul corpo Luca Giuseppe Reale Ruffino, il presidente della holding Visibilia morto suicida sabato 5 agosto con un colpo di pistola nel suo appartamento in via Spadolini, è stata effettuata questa mattina presso l’istituto di Medicina legale di Milano. Secondo le prime indiscrezioni riportate dal Corriere della Sera, non sarebbero emerse evidenze di gravi malattie.
Nei giorni scorsi erano trapelate notizie del ritorno di un tumore, ma i figli del manager ne avevano escluso l’ipotesi. I figli del manager, Mattia e Mirko, hanno piena fiducia nell’operato della magistratura e non hanno nominato propri esperti. Tuttavia, chiedono che venga fatta luce sulle cause che hanno spinto il padre al suicidio, poiché per loro si è trattato di “un evento inaspettato, imponderabile, che non trova collocazione in alcun contesto”. Attraverso il loro avvocato Fabio Re Ferrè, fanno sapere: “confidiamo nello scrupolo della Procura e siamo certi che gli accertamenti saranno scrupolosi”.
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Per questo motivo la Procura della Repubblica di Milano ha deciso di aprire un’inchiesta per istigazione al suicidio. Un atto dovuto sia per effettuare l’autopsia, ma anche per capire di più sul passato recente dell’uomo e se vi sia una connessione con la recente acquisizione di quote della società, proprio quelle della Ministra Daniela Santanché. La domanda degli inquirenti verte sul perché suicidarsi pochi giorni l’acquisto di 40mila azioni.
Per far luce sull’intera dinamica, sono stati posti sotto sequestri per essere analizzati tutti i dispositivi elettronici in uso a Ruffino: computer, smartophone e tablet. Lo scopo è trovare eventuali tracce di una possibile istigazione al suicidio.
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