Strage di Bologna, è polemica sulle dichiarazioni di Marcello De Angelis

Strage di Bologna, è polemica sulle dichiarazioni di Marcello De Angelis

Strage di Bologna, è polemica sulle dichiarazioni di Marcello De Angelis. Intervengono anche Schlein e Bersani

In occasione dell’anniversario della Strage di Bologna, Marcello De Angelis, responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio guidata da Francesco Rocca, ha rilasciato una dichiarazione che poi ha scatenato la polemica. Scrive De Angelis:
Il 2 agosto è un giorno molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia, che ogni anno vengono conculcate persino dalle massime autorità dello Stato (e mi assumo fieramente la responsabilità di quanto ho scritto e sono pronto ad affrontarne le conseguenze).
La differenza tra una persona d’onore e uno che non vale niente è il rifiuto di aderire a versioni di comodo quando invece si conosce la verità. E accettare la bugia perché così si può vivere più comodi. Intendo proclamare al mondo che Cristo NON è morto di freddo e nessuno potrà mai costringermi a accettare il contrario. Così come so per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini.
Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza. E in realtà lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e “cariche istituzionali”.
E se io dico la verità, loro – ahimè – mentono. Ma come i martiri cristiani io non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni.
Posso dimostrare a chiunque abbia un’intelligenza media e un minimo di onestà intellettuale che Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c’entrano nulla con la strage. Dire chi è responsabile non spetta a me, anche se ritengo di avere le idee chiarissime in merito nonché su chi, da più di 40 anni, sia responsabile dei depistaggi. Mi limito a dire che chi, ogni anno e con toni da crociata, grida al sacrilegio se qualcuno chiede approfondimenti sulla questione ha SICURAMENTE qualcosa da nascondere. A me, con questo ignobile castello di menzogne, hanno tolto la serenità, gli affetti e una parte fondamentale della vita. Non riusciranno a farmi rinunciare a proclamare la verità. Costi quel che costi… Come GioNa tra i flutti non tremo…
Vieni a prendermi balena, non ti temo. E scusate se ve lo dico – col massimo del rispetto e dell’amicizia – a questo post non basta mettere un “mi piace”, dovete rilanciarlo e condividerlo… altrimenti hanno vinto loro, gli apostoli della menzogna…
Questa dichiarazione pubblicata sul suo profilo Facebook ha scatenato le polemiche, tant’è che il presidente della regione Lazio, Rocca, ha dichiarato: “Marcello De Angelis ha parlato a titolo personale, mosso da una storia familiare che lo ha segnato profondamente e nella quale ha perso affetti importanti”, aggiungendo che “essendo il dialogo il faro del mio operato, valuterò con attenzione nei prossimi giorni il da farsi, solo dopo averlo incontrato”.
Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione parenti delle vittime del Due Agosto, ha detto: “le certezze dei pallonari che non tengono conto dei risultati dei processi e delle indagini che sono state fatte in tutti questi anni. Credo proprio che sia un incorreggibile che pensa che la sua parola superi tutte le prove”. “Però – aggiunge Bolognesi – non ha parlato di pista palestinese, si vede che sta passando di moda”.
Diverse le reazioni del mondo della politica. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha scritto: “Lo abbiamo detto in piazza di fronte alla stazione solo qualche giorno fa, il 2 agosto, in occasione dell’anniversario della strage di Bologna: non accettiamo ulteriori depistaggi e tentativi di riscrivere la storia, negando le evidenze processuali per cui l’associazione dei familiari delle vittime si è tanto battuta e la Procura di Bologna e le forze dell’ordine hanno lavorato in questi anni. Tantomeno se questi tentativi ignobili arrivano dal portavoce del Presidente della Regione Lazio: servono dimissioni immediate. Se non riescono a farlo i vertici della Regione Lazio sia la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a prendere provvedimenti immediati. È grave che Meloni il giorno della commemorazione non sia riuscita a dire che quella di Bologna sia stata una strage neofascista, sarebbe gravissimo se continuasse a permettere ai suoi sodali di stravolgere la verità processuale. Ponga fine, una volta per tutte, a questa scellerata aggressione alla storia del ‘900.  Le evidenze processuali dimostrano che è stata una strage di matrice fascista commessa da organizzazioni neofasciste, con un disegno eversivo, facilitato da apparati deviati dello Stato. E se qualcuno fatica a riconoscerlo non è adatto a ricoprire incarichi istituzionali di nessun tipo”.

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Sulla questione è intervenuto anche Luigi Bersani: “Lo squillo di tromba di Marcello De Angelis non rimarrà isolato. La studiata ambiguità della dichiarazione per il 2 agosto del presidente del Consiglio conteneva un messaggio che solo le anime belle non hanno voluto vedere: lasciare aperto il vaso di Pandora delle falsità nere mentre finalmente la verità giudiziaria si afferma”. “Lo ripeto – aggiunge -. Chi non rispetta le vittime innocenti negando loro una verità conclamata non merita il rispetto degli italiani”.

Dopo le polemiche, De Angelis ha replicato sempre sui social: “Come ogni libero cittadino di questa Nazione, ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare. E certo, non lo nego, animato dalla passione di chi ha avuto un fratello morto, vittima di uno degli accertati depistaggi orditi per impedire l’accertamento della verità, con l’utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo. E quindi con il diritto personale e familiare di chiedere di approfondire ogni analisi finché non sia dissipato qualunque dubbio. Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso”.

 

Marcello De Angelis è un politico, giornalista e cantautore italiano. Il padre era uno scenografo della Rai, il nonno era il cantante operistico Nazzareno De Angelis. Sua sorella Germana è la moglie dell’ex terrorista nero Luigi Ciavardini. Nel 1977 con il fratello maggiore Nazareno (“Nanni”) entra in Lotta Studentesca, dalla cui costola nascerà, nel 1978, Terza Posizione. Il fratello Nanni muore il 5 ottobre 1980 nel carcere di Rebibbia, in circostanze ancora poco chiare. Dopo la strage di Bologna del 1980, Terza Posizione è messa al bando e alcuni leader del movimento sono oggetto di mandati di cattura per associazione sovversiva e banda armata. De Angelis, venuto a conoscenza che alcuni suoi amici latitanti a Londra stanno per essere arrestati, parte col treno per avvisarli, ma viene arrestato e per sei mesi resta nel carcere londinese di massima sicurezza di Brixton. I giudici inglesi negano a De Angelis l’estradizione in Italia per la natura politica dei reati contestati. Uscito di prigione, inizia a lavorare come grafico. Nel 1989 torna in Italia, si costituisce ed è condannato a 5 anni e sei mesi di reclusione per associazione sovversiva e banda armata. Ne sconta tre, uscendo dal carcere nel 1992, tornando alla carriera giornalistica.
Fonte immagine: https://www.facebook.com/azionestudentescaitalia/photos/t.100063748268835/1950533731883483/?type=3

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