Sophie Codegoni racconta l’incubo stalking: «Sapeva sempre dove fossi»

Sophie Codegoni racconta l'incubo stalking: «Sapeva sempre dove fossi»

Le parole della 23enne

Da mesi fa avanti la querelle tra Sophie Codegoni e il suo ex Alessandro Basciano. Quest’ultimo è stato denunciato dall’influencer per stalking. I due si sono incontrati nel 2019 nella casa del grande fratello vip e dalla loro relazione è nata una bambina.

Ora, Bascino ha il divieto di avvicinamento a meno di 500 metri e quello di comunicazione con Codegoni e la bambina. La ragazza ha così parlato di questi mesi a Corriere della Sera.

«So di aver fatto la cosa giusta, ma sto vivendo un inferno», esordisce nel colloquio con Maria Volpe. Al polso ha un orologio: «Me l’hanno dato i carabinieri, lo scorso dicembre, in virtù della mia situazione di vittima di stalking. Grazie a questo, le forze dell’ordine sanno dove sono e se clicco un tasto arrivano le pattuglie. Mi sento più tutelata e protetta con questo. Prima che arrivasse, avevo preso un bodyguard, ma non ce la facevo più economicamente a sostenere i costi. Sono stati mesi durissimi, avevo tanta paura».

I due dopo il GF hanno iniziato la convivenza e nel 2023 è nata la figlia Celine Blue. «Lui era sempre via per lavoro e io ero sola con la bambina. Poi ho scoperto i tradimenti e sono tornata dalla mia famiglia a Milano. A settembre ci siamo separati. Ed è cominciato l’inferno».
Codegoni entra nel dettaglio:  «Ovunque io andassi, lui lo sapeva e mi mandava la foto di dove ero. Mi scriveva: “put.. ti tolgo la bambina”. C’era gente che mi controllava fuori dalla mia porta di casa. Così a dicembre 2023 denuncio».
Poi lui cerca di convincerla che le cose cambieranno: «Ma presto ho capito che sarebbe stato un altro fallimento. Io avevo il mio lavoro, i miei amici, tutte cose per lui insopportabili. Mi diceva sempre: “Io devo essere la tua priorità, qualunque cosa tu stia facendo, se io ti chiamo devi mollare tutto. E se non mi rispondi al primo squillo, faccio un casino”. Se gli dicevo addio mi mandava messaggi dicendomi che si sarebbe impiccato, con tanto di foto».
Codegoni ha poi subito una vera aggressione: «ha aggredito e spaccato la macchina ai miei amici. Mi chiama e mi dice: “Ho appena ammazzato di botte il frocio tuo amico, ora arrivo e ammazzo anche te”. Sono tornata a denunciare».
A novembre c’è stato l’arresto e poi l’immediata scarcerazione «Credo sia riuscito a far credere che io esageravo: ha presentato screenshot di alcune mie frasi positive, omettendo il resto. Ho sentito su di me gli sguardi dubbiosi della gente. È stata durissima. Però dopo la scarcerazione, in Procura mi hanno ascoltato per 5 ore. Ho consegnato il mio telefono e l’hanno tenuto 48 ore, così hanno visto e letto le chat di 3 anni di rapporto tra me e lui. Quando mi hanno ridato il cellulare ho saputo dai miei avvocati che hanno detto: “Abbiamo capito cos’ha vissuto, è tutto più infernale di quanto sembrava”».
Non è un momento semplice:  «Piango sempre. Non ho mai dato peso agli haters, ma oggi ogni parola è una ferita. Ma per mia figlia e per il mio lavoro devo sorridere e far vedere che sono felice»
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