Rocco Chinnici, nel 40° anniversario della morte il ricordo di Mattarella e Tajani

Rocco Chinnici, nel 40° anniversario della morte il ricordo di Mattarella e Tajani. Con Chinnici morirono anche la scorta e un
Rocco Chinnici (Misilmeri, 19 gennaio 1925 – Palermo, 29 luglio 1983) è stato un magistrato italiano. Nato a Misilmeri, in provincia di Palermo, il 19 gennaio 1925, si laureò in Giurisprudenza all’Università di Palermo nel 1947. Entrò in magistratura nel 1952 e fu assegnato alla Procura della Repubblica di Palermo.
Nel 1978, Chinnici fu nominato capo della Procura della Repubblica di Palermo. In questo ruolo, si distinse per la sua attività di contrasto alla mafia. Fu uno dei principali promotori del pool antimafia, un gruppo di magistrati che lavorarono insieme per indagare e portare a processo i mafiosi.
Nel 1983 fu ucciso da un’autobomba piazzata davanti alla sua abitazione a Palermo. Con lui morirono il maresciallo dei Carabinieri Mario Trapassi e l’appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e Stefano Li Sacchi, il portiere dello stabile di via Pipitone Federico in cui Chinnici viveva. Oggi è considerato uno dei magistrati più importanti della lotta alla mafia, dando inizio al pool antimafia di Palermo. La sua morte fu un duro colpo per la magistratura e per la società civile italiana.
Leggi anche: Strage di Via D’Amelio, Salvatore Borsellino: “Non vogliamo avvoltoi in via D’Amelio”
Nel 2005, il regista Marco Tullio Giordana ha realizzato il film “I giudici – Excellent Cadavers” in cui il personaggio di Rocco Chinnici è interpretato da Sergio Castellitto.
“Rocco Chinnici ci ha insegnato come combattere la mafia. Noi continueremo su questa strada. Confermiamo il 41 bis e tutta la legislazione che ci ha permesso di raggiungere risultati positivi. Nessuna marcia indietro. Lo dobbiamo alle nuove generazioni”, ha detto il ministro Tajani.
Mentre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita a Palermo, ha preso parte nell’Aula Magna della Corte d’Appello di Palermo al seminario dal titolo “Memoria è continuità: il lavoro di Rocco Chinnici, dall’Ufficio istruzione di Palermo alla legislazione antimafia italiana ed europea”.
Si legge su l’associazione magistrati: “I processi per il delitto Chinnici sono stati numerosi e come sempre l’iter giudiziario è stato lungo e complesso, ma al suo termine si è giunti a una pronuncia definitiva con dodici condanne all’ergastolo: tra i responsabili dell’attentato Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Antonino Madonia e Giuseppe Calò”.
Lascia un commento