Omicidio di Yana, il padre: “io e Yana chiediamo giustizia”

Omicidio di Yana, il padre io e Yana chiediamo giustizia

Omicidio di Yana, il padre Alexander: “io e Yana chiediamo giustizia”. In carcere, l’assassino della giovane resta in silenzio

Nella giornata di ieri, primo febbraio, è stata rinvenuta nella campagna mantovana la salma della giovane Yana Malayko, la 23enne ucraina scomparsa nella notte tra il 19 e il 20 gennaio scorso da Castiglione delle Stiviere. Per la morte di Yana, i sospetti sono tutti per l’ex fidanzato della giovane, che dal carcere dove è detenuto, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere.

Questa mattina, raggiunto dai microfoni di Mattino Cinque, il padre della giovane, Alexander, ha detto: “Ho avuto la speranza fino all’ultimo. Dumitru deve pagare il prezzo più alto, io e la mia figlia morta chiediamo giustizia”. Il corpo della giovane è stato rinvenuto in un sacco nero della spazzatura, avvolto in un lenzuolo. Sul comportamento dell’ex di Yana, l’uomo ha detto: “Lui non ha mai detto niente, non avrebbe avuto motivi”.

Infine, Alexander ha ringraziato le Forze dell’Ordine:  “Ringrazio le forze dell’ordine, gli amici e i cittadini di Castiglione delle Stiviere che mi sono stati vicini”.

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Ai microfoni del Corriere della Sera, ha detto il padre della giovane: «Le chiedo perdono per il mio italiano, che non è ottimo, cerchi di scusarmi, davvero. Per il resto… Per il resto ascolti: non esiste, io credo, papà al mondo che non avrebbe pensato, forse contro ogni logica possibile, contro ogni parere, contro tutto e tutti, a Yana ancora viva…Forse, mi dicevo il giorno e la notte, quel ragazzo l’avrà nascosta da qualche parte… Forse, mi ripetevo mentre camminavo nei campi e nei boschi insieme alle persone che la cercavano, adesso quel ragazzo si decide a dirci dove l’ha messa, magari in un capanno, magari in una cascina abbandonata, magari in una casa vuota, e noi andiamo a liberarla…».

Poi aggiunge: «Ho pregato fin dalle prime ore che rivelasse, almeno, il punto del nascondiglio. Almeno quello. Per darmi la possibilità di rivedere mia figlia, e se davvero era morta, di avere un corpo da piangere».

Sul silenzio del suo assassino, ha detto Alexander: «Non ne ho idea. Di sicuro, in carcere, sarà stato al corrente di quello che succedeva fuori, dei disperati tentativi dei carabinieri, dei vigili del fuoco, della protezione civile, dei volontari, e anche miei e dell’avvocato, di ritrovare Yana… Abbiamo percorso chilometri, in quelle campagne. Chilometri, le giuro».

Dopo i rilievi della scientifica, la salma di Yana è stata messa a disposizione del medico legale, che effettuerà l’autopsia, attraverso la quale sarà possibile chiarire le cause del decesso e la possibile dinamica dell’omicidio.

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