
Nada Cella, fu assassinata il 6 maggio del 1996 a Chiavari (Genova) nello studio dove lavorava come segretaria
Nada Cella fu assassinata la mattina del 6 maggio 1996 nello studio del commercialista Marco Soracco, dove la ragazza 25enne lavorava come segretaria. “Marco Soracco e sua madre Marisa Bacchioni coprirono l’assassina di Nada Cella perché la vittima, lavorando come segretaria, aveva scoperto alcuni segreti del loro studio”. Lo afferma la Procura di Genova, chiudendo le indagini sull’omicidio della 25enne, ipotizzando che a ucciderla sia stata Annalucia Cecere, che oggi ha 59 anni ed è accusata di omicidio volontario aggravato da futili motivi.
Secondo gli inquirenti, la uccise perché voleva prendere il suo posto sia lavorativo sia nella vita sentimentale di Soracco, che invece non era interessato a lei.
Il commercialista e sua madre sono accusati dai magistrati di aver depistato i nuovi rilievi, contestando a madre e figlio i reati di “false dichiarazioni all’autorità giudiziaria” e di “favoreggiamento”. I due la mattina dell’assassinio di Nada si sarebbero confrontati per decidere il da farsi.
Stando agli inquirenti i due “decisero proprio in quel frangente di non dire che il killer era Annalucia Cecere, nonostante Soracco l’avesse vista sulla scena del crimine. E decisero d’insabbiare tutto perché sapevano che alcuni segreti dello studio, dei quali Nada era a conoscenza, sarebbero emersi a valle di un eventuale arresto della Cecere.
Per il delitto è stata determinante la testimonianza di un supertestimone. Si tratta di Paolo Bertuccio, collega di Soracco.I due, due settimane prima dell’omicidio della segretaria, si erano visti e frequentarono insieme un corso di aggiornamento. Poi andarono in un bar e ci fu una conversazione che riguardava proprio la ragazza 25enne. Soracco parlò della sua passione per il ballo e poi gli fece un’altra confidenza: “E poi ci sarà la botta”. Bertuccio a quel punto chiese a cosa si riferisse e il collega gli rispose: “La segretaria se ne va, va via”. Successivamente il testimone disse agli inquirenti di non essere sicuro se il collega avesse usato il termine “segretaria” o “ragazza”.
Il pm ha scritto che “contrariamente al vero” Soracco ha negato di avergli fatto delle confidenze sul suo studio e sulla segretaria. In più il pm ha scritto che Soracco ha sempre saputo che ad ucciderla è stata quella “ragazza (Annalucia Cecere, ndr), avendola sorpresa sul luogo del delitto”. Da qui aveva mentito insieme alla madre agli investigatori dicendo che quella mattina lui era andato in studio alle qualche minuto dopo le 9.10. Mentre “risulterebbe provato il suo accesso in studio prima delle 9”.
E non solo: il commercialista avrebbe poi mentito dichiarando di non conoscere la Cecere. Agli investigatori disse “di non aver avuto alcuna relazione, ma solo una occasionale frequentazione, e che la donna non era mai andata in studio, eccetto che in una sola occasione, qualche giorno prima dell’omicidio, in cui l’aveva ricevuta la segretaria”.
Il caso è stato riaperto grazie alla criminologa Antonella Delfino Pesce. A lei la madre di Nada ha consegnato “uno scatolone con tutte le carte in possesso dei legali della famiglia, ovvero fascicolo dei carabinieri perduto e poi ritrovato che racchiude l’indagine autonoma dei carabinieri con l’inchiesta sulla donna misteriosa. Grazie a questo ritrovamento, il 4 novembre del 2021 la Procura di Genova ha riaperto il caso iscrivendo Annalucia Cecere nel registro degli indagati”, scrive Il Fatto Quotidiano il 19 ottobre 2023. “La donna ora avrà 20 giorni per farsi interrogare dagli inquirenti”.
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