Morte Teodosio Losito: sarà sentito in Procura anche Massimiliano Morra

Anche Massimiliano Morra concorrente della casa più spiata d’Italia sarà sentito presso la procura di Roma sulla morte di Teodosio Losito

Dopo Rosalinda Cannavò e Gabriel Garko sentite come persone informate sui fatti, sarà chiamato in Procura anche l’attore Massimiliano Morra. L’attore ha condiviso l’esperienza del Grande Fratello Vip con la collega Rosalinda e proprio con lei all’interno della casa di Cinecittà a fine settembre aveva parlato della morte di Teodosio Losito e di una presunta setta che li avrebbe manipolati.

E’ stata aperta infatti un’inchiesta per istigazione al suicidio per la morte dello sceneggiatore tv su richiesta dei familiari della vittima che hanno presentato un esposto ai pm, come riporta Il Messaggero:  “Il tema è emerso durante una chiacchierata notturna all’interno della casa del Gf. E adesso le registrazioni integrali potrebbero finire in Procura.”

«Se fossi rimasta, avrei fatto la sua fine. Tu non immagini cosa ho passato! Ero veramente sola, con il suo gesto Teo ha liberato anche me, altrimenti oggi non sarei più qui… che poi io non ci credo che sia stato un suicidio, sai? Tanto sappiamo bene chi è l’artefice di tutto questo schifo», aveva detto lei. E Morra aveva replicato: «Lui è Lucifero», aveva detto Rosalinda Cannavò, alias Adua Del Vesco. Da lì era esploso il caso Ares Gate. “Intanto Tarallo, tramite il suo legale, ha anche chiesto al pm Carlo Villani – titolare del fascicolo sulla morte del compagno – di essere ascoltato per raccontare la sua versione dei fatti. Ed è pronto a mostrare agli inquirenti gli ultimi messaggi e le lettere che lo sceneggiatore gli ha scritto nel corso degli anni, compresa quella di commiato, buttata giù poco prima di togliersi la vita.”, chiarisce il quotidiano.

Intanto in una successiva intervista andata in onda a Verissimo, Massimiliano Morra aveva detto: «Nessuno mi ha mai obbligato – aveva precisato l’attore – Il sistema mi ha consigliato di costruire una finta storia per promuovere la fiction in cui ero protagonista. Ero giovane e avevo solo un obiettivo: diventare attore. Non avevo neanche altre relazioni stabili perché non volevo distrarmi dal mio lavoro». E parlando delle confidenze tra lui e la Cannavò aveva aggiunto: «Tante cose sono arrivate in maniera distorta. Devo tutto alla Ares. Sono persone che mi hanno creato dal nulla. Ho reagito così perché da un momento all’altro sono stato allontanato e non ho più lavorato senza conoscere i motivi. Questo mi ha portato a un malessere interiore che mi ha provocato depressione e attacchi di panico».

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