
Morte di Sofia Castelli, secondo l’autopsia non si è difesa. Però bisogna ancora chiarire alcuni elementi emersi nell’indagine
Secondo i primi esiti emersi dall’autopsia sul corpo di Sofia Castelli, la 20enne uccisa a Cologno Monzese dal suo ex fidanzato, la ragazza non si sarebbe difesa dalle coltellate ricevute. Dunque, Zakaria Atqaoui, l’ha uccisa nel sonno. Tuttavia, sono ancora da chiarire alcuni aspetti, come la presenza di graffi sul volto dell’assassino.
Sarà l’analisi dei resti sotto le unghie della vittima a chiarire se Sofia si sia in qualche modo difesa, o abbia reagito, istintivamente alle coltellate inflitte dal suo ex. Sul movente del femminicidio si sarebbe indirizzati sulla gelosia, come motore dell’azione delittuosa. Molte le testimonianze delle amiche di Sofia, che descrivono Zakaria come irascibile e possessivo. Una della amiche di Sofia ha raccontato agli inquirenti: «È un soggetto esasperante, faceva di tutto per ritornare con lei», e Sofia «si lamentava del fatto che lui continuava a minare la sua tranquillità». «Si presentava spesso a casa, oppure nei luoghi che lei frequentava: la seguiva fisicamente» e virtualmente «rispondendo alle stories che lei pubblicava su Instagram».
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L’amica che invece era in casa con Sofia al momento della morte, ma di cui non si è accorta di nulla, ha pubblicato un pensiero sui social: «Anche la mia vita è stata spezzata e nessuno ti riporterà mai da me. Solo Dio potrà perdonarmi. Ciao mia piccola Sofi. Migliori amiche per la vita, giusto? Avevamo così tanti progetti e sogni insieme, ma ora niente ha più senso senza di te».
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