
Morte di Serena Mollicone, un nuovo processo per conoscere la verità. Indagate cinque persone, tra cui i membri della famiglia Mottola
Il caso di Serena Mollicone è un caso di omicidio irrisolto avvenuto il 1º giugno 2001 ad Arce, in provincia di Frosinone. La vittima, Serena Mollicone, era una studentessa di 18 anni che frequentava l’Istituto Magistrale Statale “Alessandro Manzoni” di Sora.
La mattina del 1º giugno 2001, Serena Mollicone uscì di casa per andare a scuola. Non arrivò mai a destinazione e venne dichiarata scomparsa. Il suo corpo venne ritrovato due giorni dopo in località Fontecupa, nel territorio di Fontana Liri.
L’autopsia rivelò che Serena Mollicone era stata uccisa con un colpo alla testa, probabilmente con un oggetto contundente, e che era stata poi soffocata con del nastro adesivo.
Le indagini si concentrarono fin da subito sulla famiglia Mottola, composta dal maresciallo Franco Mottola, la moglie Anna Maria Fusco e il figlio Marco. Il maresciallo Mottola era il comandante della stazione dei carabinieri di Arce e la sua famiglia era molto influente nella comunità locale.
I Mottola furono accusati di aver ucciso Serena Mollicone per evitare uno scandalo, in quanto la ragazza aveva assistito a una presunta relazione extraconiugale tra il maresciallo e una donna del paese. Secondo un’altra ipotesi la ragazza voleva denunciare Marco per spaccio di droga.
Nel 2011, il processo di primo grado si concluse con l’assoluzione di tutti gli imputati. La Corte d’Assise di Cassino ritenne che non vi fossero prove sufficienti per condannarli. La sentenza fu impugnata dalla famiglia Mollicone e il processo di appello iniziò nel 2021. Il 15 luglio 2022, la Corte d’Assise di Appello di Roma ha confermato l’assoluzione dei Mottola.
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La sentenza ha suscitato un’ondata di polemiche e di proteste da parte della famiglia Mollicone e dell’opinione pubblica. Il caso di Serena Mollicone è uno dei più conosciuti e discussi casi di cronaca nera italiana. La vicenda ha sollevato numerose questioni, tra cui la credibilità delle indagini, l’influenza delle istituzioni locali e il rapporto tra potere e giustizia.
Ora sta per partire il processo d’appello in seguito alle nuove indagini avviate nel 2019 per cui sono state rinviate a giudizio cinque persone: i tre membri della famiglia Mottola, il maresciallo Vincenzo Quatrale, Tutti e 4 accusati di concorso nell’omicidio. Quatrale è anche accusato di istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi. Il quinto è l’appuntato Francesco Suprano, accusato di favoreggiamento.
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