Micheal Schumacher, perché la famiglia non dà più aggiornamenti?

Schumacher

Sono passati dici anni dall’incidente sugli sci

Michael Schumacher è stato vittima, 10 anni fa, di un terribile incidente sugli sci, sulla neve di Meribel. Ad oggi sono ancora poche e frammentarie le notizie sulle condizioni di salute.

La moglie Corinna non ha mai dato grossi aggiornamenti e ha imposto il massimo riservo su Schumacher, ex campione di F1.

non ci sono aggiornamenti ufficiali dalle ultime operazioni alla testa e dalle dimissioni, a giugno 2020, dall’ospedale di Grenoble.

A chiarire il perché del massimo riservo, l’avvocato Felix Damm che da anni, dal 2008, si occupa degli affari di famiglia e cura i rapporti con la stampa.

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L’avvocato Felix Damm che dal 2008 tutela gli interessi della famiglia di Michael Schumacher in merito alle questioni inerenti la privacy e la divulgazione di notizie sui media.

In un’intervista  alla rivista tedesca Legal Tribune Onlinei ha spiegato le motivazioni che si celano dietro le scelte di famiglia: “Con l’incidente, la pressione dei media è ovviamente cambiata radicalmente. Per allentare la pressione, durante gli incontri con la stampa ai quali erano presenti anche i medici curanti sono state fornite le prime informazioni generali sulla salute di Michael, quindi contenuti classificati tematicamente come legati alla privacy“.

Poi: “Nessuno può rivendicare la riservatezza dei fatti che lui stesso ha volontariamente divulgato al pubblico. In questo contesto la giurisprudenza parla di autoapertura della sfera privata. Ecco perché abbiamo dovuto affrontare ripetutamente il tema dell’autodivulgazione nei procedimenti giudiziari”.

Si è così salto il silenzio per il bene di Schumacher.

Si trattava dunque di proteggere la privacy. Naturalmente, abbiamo discusso molto su come farlo. Abbiamo anche valutato se un rapporto finale sulla salute di Michael potesse essere la strada giusta per farlo. Ma la cosa non sarebbe finita lì, anzi ciò ci avrebbe costretto a costanti aggiornamenti sulle sue condizioni perché non sei tu a decidere quando l’attenzione dei media sulla vicenda calerà. A quel punto avremmo dato agio affinché uno, due, tre mesi o anche anni dopo il comunicato tornassero a chiedersi: ‘E come appare adesso?’. E nel caso in cui avessimo voluto agire contro le speculazioni ci saremmo nuovamente andati a scontrate con il tema dell’autodivulgazione volontaria“.

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