Medioriente, il bilancio del 18° giorno di guerra vede migliaia di morti e condizioni al limite per la popolazione di Gaza
Il bilancio del 18esimo giorno di guerra in Medioriente fa registrare un drammatico dato in termini di vite spezzate. Il ministero della Sanità guidato da Hamas ha dichiarato che sono 5.791 i palestinesi uccisi e 16.297 i feriti. Nella Cisgiordania 96 palestinesi sono stati uccisi e 1.650 risultano feriti nei raid israeliani dal 7 ottobre.
Secondo funzionari israeliani più di 1.400 persone in Israele sono state uccise, per lo più civili e 222 persone, compresi gli stranieri, sono state catturate da Hamas durante l’incursione e portate a Gaza. Quattro gli ostaggi rilasciati. Mentre sono 2,3 milioni di abitanti di Gaza sono rimasti senza risorse primarie, senza cibo, acqua e medicine da quando Israele ha isolato il territorio in seguito all’attacco di Hamas del 7 ottobre.
Più trascorrono le ore e più si aggrava il conflitto e le condizioni della popolazione, ma emergono anche nuovi dettagli su come Hamas abbia organizzato in maniera indisturbata il suo raid. Secondo fonti dei servizi segreti citati dalla Cnn, Hamas avrebbe sfruttato “una rete di comunicazione tramite telefoni cablati integrati nella rete di tunnel presenti sotto Gaza”. Queste linee telefoniche segrete avrebbero permesso ai miliziani di comunicare tra loro senza poter essere rintracciati dai funzionari dell’intelligence israeliana. Solo linee telefoniche fisse e riunioni di pianificazione «effettuate di persona» hanno permesso ad Hamas di lavorare indisturbata.
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Inoltre, sempre la Cnn riporta la notizia di come gli ufficiali americani stiano esortando Israele ad evitare l’ingresso delle truppe di terra nella Striscia per evitare il rischio di «impantanarsi in sanguinose battaglie casa per casa».
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