Italia-Russia e l’incontro segreto sul Covid, ecco cosa è emerso dalla riunione che si tenne a Roma il 22 marzo 2020

Solo qualche giorno fa abbiamo assistito alla non poco velata minaccia della Russia al nostro Paese, citando dei presunti accordi presi tra i due paesi durante il difficile periodo del lockdown.

Oggi, 22 marzo, il Corriere della Sera, ha pubblicato un articolo in cui viene chiarito quanto accaduto. Si parla di una delegazione russa, che esattamente due anni fa (22 marzo 2020) sarebbe giunta in Italia per aiutare il nostro paese ad affrontare l’emergenza sanitaria. In quell’occasione si sarebbe svolta una riunione, presso la Foresteria militare di via Castro Pretorio a Roma, tra la delegazione russa e i militari italiani del Comando Interforze e il Comitato tecnico-scientifico.

In questa riunione, i russi avrebbero detto con chiarezza: «Siamo qui sulla base di un accordo politico di altissimo livello. Dunque possiamo fare qualsiasi cosa per aiutarvi. Vogliamo sanificare l’intero territorio italiano entrando anche negli uffici pubblici e in tutte le sedi a rischio».

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Tuttavia, i russi non ebbero il permesso di entrare negli uffici pubblici, ma solo in alcune Rsa e strutture sanitarie. Miozzo, secondo quanto riportato dal Corriere, ha dichiarato: «L’esordio di Kikot (della delegazione russa, ndr) fu particolarmente intrusivo, ruvido. Parlava come se dovessero bonificare Chernobyl dopo l’esplosione nucleare. Ci disse che gli accordi di alto livello prevedevano sanificazioni su tutto il territorio e disse che loro intendevano sanificare tutti gli edifici, compresi quelli pubblici. Il colloquio fu interrotto varie volte ma con Portolano decidemmo di non accettare alcuna offerta di quel tipo. La riunione terminò con l’autorizzazione a entrare soltanto in alcune strutture sanitarie. In seguito ci fu confermato che avevano sanificato molte strade».

Giuseppe Conte, allora Presidente del Consiglio, come riportato da Il Fatto quotidiano, ha dichiarato: “Questa vicenda è molto chiara e trasparente, in un momento di estrema difficoltà c’è stata da parte della Russia e diVladimir Putin in particolare l’offerta della disponibilità di mandare un gruppo di sanitari, scortato dai militari, in ragione della grande esperienza da loro maturata in questo settore nelle precedenti pandemie. Quindi avvertii anche il ministro della Difesa, avvertii gli altri ministri e accettammo questo aiuto, questo gesto di solidarietà”.

Altro elemento emerso, riguarderebbe una presunta collaborazione con lo Spallanzani di Roma per approfondire gli studi per la realizzazione del vaccino Sputnik. La collaborazione è stata interrotta tre settimane dopo l’inizio della guerra tra Russia e Ucraina.

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