Israele-Gaza, Netanyahu: “non cambiamo idea sulla necessità di proteggerci”

Israele-Gaza, Netanyahu non cambiamo idea sulla necessità di proteggerci

Israele-Gaza, Netanyahu: “non cambiamo idea sulla necessità di proteggerci”. Difficile la situazione umanitaria a Gaza

Israele non cede di un passo da proprio proposito di abbattere il governo di Hamas in Palestina. Il premier Netanyahu ha attaccato l’Autorità nazionale palestinese (Anp), dichendo chiaramente: «Non consentiremo a chi non ha condannato la strage per oltre 30 giorni di controllare Gaza il giorno dopo». Poi, Netanyahu rispondendo ai giornalisti in conferenza stampa ha aggiunto: «A Gaza non ci sarà un’autorità civile che educa al terrorismo e paga stipendi ai terroristi e l’esercito continuerà a mantenere il controllo di sicurezza a Gaza finché necessario».

Israele è ferma sulla propria posizione di guerra. «Non ci sono pressioni internazionali che ci faranno cambiare idea sulla necessità di proteggere noi stessi. Quando Hamas sarà sradicata, Israele manterrà il controllo di sicurezza nella Striscia. Noi non ci fermiamo fino a che non completiamo il nostro lavoro, fino alla vittoria. Stiamo operando nel cuore di Gaza. Hamas ha perso il controllo del nord della Striscia di Gaza. Siamo ben preparati sul fronte nord verso le azioni aggressive di Hezbollah. Siamo pronti su tutti i fronti».

Intanto, sempre più critica si fa il quadro umanitario a Gaza. In particolar modo, si fa difficile per gli ospedali, in particolar modo per quello di Al Shifa: «L’ospedale di Al Shifa è stato colpito più volte. Siamo soli con 600 pazienti. 40 sono neonati prematuri. Nessuno ascolta il nostro grido», fa sapere Mohammed Obeid, un chirurgo di Medici senza Frontiere.

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«La situazione in questo momento è drammatica. Non abbiamo una connessione, non c’è internet. Ogni tanto riusciamo a usare i telefoni. Ci troviamo al quarto piano – ha continuato Obeid, citato in una nota di Msf -, c’è un cecchino che ha attaccato quattro pazienti all’interno dell’ospedale. Uno di loro ha una ferita d’arma da fuoco al collo ed è tetraplegico. Un altro è stato colpito all’addome. Alcune delle persone che escono dall’ospedale vogliono andare verso sud. Li hanno bombardati, hanno bombardato la loro famiglia». «All’ospedale di Al Shifa, da stamattina, non c’è elettricità, non c’è acqua, non c’è cibo – ha aggiunto Obeid -. Il nostro team è esausto. Abbiamo avuto due pazienti neonati che sono morti, perché l’incubatrice non funziona senza elettricità. Abbiamo avuto anche un paziente adulto in terapia intensiva morto perché il ventilatore si è spento per assenza di elettricità. Vediamo il fumo intorno all’ospedale. Loro [i militari israeliani] hanno colpito tutto quello che c’era intorno all’ospedale. E hanno colpito l’ospedale diverse volte. La situazione, come ho detto prima, è molto grave. Siamo quasi certi di essere soli. Nessuno ci sente. Vogliamo che qualcuno ci dia la garanzia di poter evacuare i pazienti, perché abbiamo circa 600 pazienti ricoverati che hanno bisogno di cure mediche e che devono essere evacuati! Abbiamo circa 40 bambini prematuri ricoverati, dobbiamo essere sicuri di poterli evacuare. Abbiamo 17 pazienti in terapia intensiva e circa 600 pazienti ricoverati nel postoperatorio e tutti hanno bisogno di cure mediche. La situazione è quindi molto grave. Abbiamo bisogno di aiuto. Nessuno ci ascolta».

L’esercito israeliano ha dichiarato che aiuterà l’evacuazione dei neonati dall’Al Shifa, che si trova in mezzo agli intensi combattimenti tra soldati e miliziani di Hamas. «Lo staff dell’ospedale Al-Shifa ha chiesto aiuto, domani aiuteremo i bambini del reparto pediatrico a raggiungere un ospedale più sicuro. Forniremo l’assistenza necessaria», ha dichiarato il portavoce militare Daniel Hagari.

Fonte immagine: https://twitter.com/netanyahu/status/1723099076307058876/photo/3

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