
Il mistero dei 100 militari russi in più in “missione umanitaria” in Italia. Il Copasir sentirà nei prossimi giorni i soggetti interessati
Il giallo sulla presenza dei militari russi in Italia all’inizio dell’emergenza sanitaria causata dall’epidemia di Coronavirus diventa sempre più fitto. Secondo quanto riportato dal Corriere della sera, l’aiuto offerto dalla Russia prevedeva il supporto di 130 unità, ma a quanto pare giunsero in Italia 100 militari in più.
L’elenco dei partecipanti trasmesso alla Farnesina era composto da 130 uomini, ma nei fatti pare ne fossero 230 e di questi gli ufficiali medici era solo alcuni, la maggior parte erano tutti soldati.
Molti sono ancora i dubbi da chiarire a cominciare dalle modalità di identificazione dei soggetti interessati e impiegati in strutture ospedaliere ed Rsa. Inoltre, riporta sempre il Corriere della sera “nel testo dell’accordo è specificato che ci saranno «voli quotidiani dal 22 marzo al 15 aprile 2020» e che «gli aerei trasportano il personale medico, i dispositivi di protezione, l’attrezzatura medica e i mezzi per la lotta contro il coronavirus»”.
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Successivamente, si è poi scoperto che “furono consegnate soltanto «521.800 mascherine, 30 ventilatori polmonari, 1.000 tute protettive, 2 macchine per analisi di tamponi, 10.000 tamponi veloci e 100.000 tamponi normali» e il governo autorizzò una spesa di oltre tre milioni di euro per il carburante degli aerei, oltre al vitto e all’alloggio assicurato ai partecipanti della missione”.
Inoltre, erano stati previsti “«un medico, due infermieri e un interprete che faranno turni di otto ore coprendo le 24 ore». E viene confermato che «l’attività di sanificazione è stata svolta in 30 delle 64 residenze distribuite nella provincia di Bergamo»”.
Per chiarire tutti i dubbi e il motivo della presenza di più militari nei prossimi giorni “il Copasir ascolterà l’ex capo di Stato Maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli e il generale Luciano Portolano, che partecipò alla prima riunione operativa con i russi a Roma insieme ai vertici del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo e Fabio Ciciliano”.
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