Giorgia Meloni, minacce di morte dopo lo stop al reddito di cittadinanza

Insulti, offese e minacce di morte ai danni di Giorgia Meloni che si appresta domani a recarsi a Caivano. Intanto arrivano i messaggi di solidarietà da parte di Matteo Salvini e altri esponenti della maggioranza e dell’opposizione

Giorgia Meloni nel mirino della rete. Una valanga di insulti, offese e persino minacce di morte le sono state rivolte sui social. Il motivo di tale violenza nei confronti della premier è lo stop al reddito di cittadinanza.

Minacce e offese che arrivano alla vigilia della sua visita a Caivano, il comune del napoletano dove si è consumata la violenza sessuale contro due cuginette di 11 e 12 anni. “Speriamo riman mort a Caivano” (speriamo che resti morta a Caivano), “lo spero pur io”, “adda murì” (devi morire), “sicura che tornerai a casa?”. Sono queste alcune delle frasi choc che si leggono contro la Meloni.

Tra gli esponenti che hanno espresso solidarietà alla premier, Matteo Salvini, che ha scritto: “Solidarietà a Giorgia per le minacce. Nessuno di noi si farà intimidire da qualche delinquente” scrive su X (ex Twitter). “Portiamo avanti il programma di governo per il quale gli Italiani ci hanno scelto. Senza paura, a testa alta”.

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Ma anche dall’opposizione arrivano messaggi di solidarietà nei confronti della premier: “Le minacce ricevute dalla premier Meloni, che domani si recherà in visita a Caivano, sono gravi e inaccettabili” così si legge in una nota scritta dai capigruppo del Movimento 5 stelle nelle commissioni Lavoro di Camera e Senato, Valentina Barzotti e Orfeo Mazzella, come riporta Today. “Essere in disaccordo con le scelte politiche operate dal governo è legittimo, ma l’uso della violenza non è mai giustificato né giustificabile”.

La ragione di tale odio e violenza contro Giorgia Meloni, come riporta Il Giornale, è da ricercare nello stop al reddito di cittadinanza: “sarebbe la decisione del governo di sospendere l’erogazione del reddito di cittadinanza ad alcune migliaia di percettori ritenuti abili al lavoro”.

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